Attualità

Agricoltura: virus e insetti d’importazione, la strage nei campi continua

PUGLIA –  Il rischio nei campi pugliesi continua ad essere altissimo anche a causa di virus importati dall’estero secondo Coldiretti .

Alle specie aliene arrivate in Italia con il surriscaldamento, complici le barriere colabrodo, che hanno fatto strage nei campi coltivati in Puglia dove hanno trovato un habitat ideale, accanendosi su alberi, piante e frutti, dalla Drosophila Suzukii dei frutti rossi all’Aleurocanthus spiniferus che attacca agrumi e vite, si aggiungono alla Xylella che ha fatto seccare 21 milioni di ulivi al punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme fino alla Tristeza degli agrumi, che ha causato miliardi di danni in campagna con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico.

Un autentico flagello continua ad essere è il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove sono andate irrimediabilmente perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce, con il crollo dell’85% di olio rispetto alle medie storiche nella campagna olearia 2020/2021, perché la produzione di olive Cellina e Ogliarola è azzerata e risultano produttive solo le piante di Leccino e qualche impianto di ‘Favolosa’ messo a dimora vent’anni fa. Dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa intaccando il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando fino a Bari.

L’arrivo di fitopatologie, parassiti e virus provenienti da altri continenti sarebbe favorito dall’intensificarsi degli scambi commerciali, attraverso i quali arrivano in Puglia, dove trovano un habitat favorevole a causa dei cambiamenti climatici,

In provincia di Bari, BAT, Lecce, Taranto e Brindisi, secondo le rilevazioni di BugMap, è stata segnalata la presenza della cimice asiatica particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili, col rischio di compromettere seriamente parte del raccolto. La Puglia non può permettersi l’invasione di altri virus alieni. La cimice asiatica, tra l’altro, si accanisce anche sulle olive.

“Sotto accusa è il sistema di controllo con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari”.

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