LECCE- L’ingresso a scuola posticipato alle 9 in provincia di Lecce non è applicabile perché non va di pari passo con l’aumento delle corse dei pullman. Dopo il Dpcm i dirigenti scolastici dicono: una gran confusione, chiediamo alla regione di fare chiarezza, una disposizione che non serve a nulla se non associata al raddoppio delle corse per il trasporto pubblico.
I presidi di Lecce e provincia contestano il nuovo Dpcm del presidente Conte nel settore Scuola e Istruzione che prevede “una più ampia fascia oraria anche attraverso l’utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogno caso prima delle 9”.
In queste ore i dirigenti scolastici delle scuole superiori di secondo grado sono alle prese con riunioni e confronti per capire cosa quel “ in ogni caso” significhi.
É un obbligo o solo un’indicazione? E soprattutto, qual sarebbe il vantaggio se, comunque, i pullman che dalla provincia portano gli studenti a Lecce o nelle città caricano i ragzzi alle 7,30 circa? Questi arriverebbero comunque per le 8 per poi stare a spasso o seduti ai tavolini di un bar sino alle 9.
“ Una situazione improponibile- sostiene Giovanni Casarano, dirigente dell’Istituto La Noce di Maglie, presidente dell’Associazione Presidi Italiani- che è ancora una volta il tentativo di scaricare sulle scuole le incapacità di organizzare un servizio. Significa buttare a terra tutto l’impianto orgaizzativo sino ad ora realizzato a fatica, ma soprattutto presuppone che ci siano mezzi di trasporto con corse adeguiate al nuovo orario: arrivo degli studenti alle 9, ritorno alle 15. Non è praticabile in italia, tantomeno in provincia di Lecce”.
“Si ha l’impressione che l’ingresso alle 9 sia stato pensato per città come Roma o Milano, dove i trasporti pubblici sono utilizzati soprattutto dai lavoratori- dice Loredana Di Cuonzo, dirigente del Licleo Classico Musicale Palmieri di Lecce– il nostro pendolarismo all’80% è costituito invece dai ragazzi che vanno a scuola e che comunque prenderebbero quelle corse”.
“Lo scaglionamento degli orari d’ingresso era stato preso in considerazione già all’inizio dell’anno – dice Addolorata Mazzotta dell’istituto Galilei Costa di Lecce– poi ci siamo resi conto che l’assembramento che non avveniva a scuola si verificava all’esterno, ad esempio in piazza Palio”.
Dello stesso avviso Annalena Manca, dirigente dell’Istituto Don Tonino Bello di Tricase: “L’ingresso posticipato alle 9 significa lasciare dei minori in giro per la città. Tutto dipende dai trasporti, e gli istituti non possono decidere in autonomia”.
Io sollecito – conclude Casarano- un intervento urgente del presidente Emiliano e dell’assessore competente non appena sarà individuato, oltre che delle strutture periferiche, in primis la Provincia, perché la situazione deve essere chiarita” .”Abbiamo scritto una lettera alla Provincia- dice Di Cuonzo- chiediamo chiarimenti”.
“Probabilmente saranno le Regioni a decidere considerando le diversità territoriali- dicono la dirigente del Galilei Costa e del Don Tonino Bello. “Solo un intervento della poltica e dei dirigenti del settore potrà risolvere la situazione”.
Nel Dpcm c’è anche scritto che il Ministero darà ultieriori comunicazioni. Sino ad allora l’ingresso posticipato probabilmente non sarà applicato.
AGGIORNAMENTO:
I sindacati sono stati convocati, nel pomeriggio, al Ministero dell’Istruzione, per comunicazioni in merito al DPCM 18 ottobre che contiene anche misure per la scuola. Tra le misure previste c’è anche quella che riguarda la possibilità di entrare a scuola alle 9.
M. Cos.