LECCE – Sono le 8 meno dieci e i bus sono semivuoti: all’arrivo al capolinea a Lecce a scendere sono dai 10 ai 20 studenti al massimo. SarĂ forse per questo che non tutti indossano la mascherina.
Nei primi giorni del nuovo anno scolastico in cui tutte le forze si concentrano sulla prevenzione del contagio, garantendo il diritto allo studio, sul fronte trasporti nessuna criticitĂ . Dunque per superare l’annoso problema del sovraffollamento sui bus, motivo di protesta gli scorsi anni, ci è voluta una pandemia.
Un primissimo bilancio, questo, che dalla prossima settimana potrebbe essere però nettamente capovolto. Ad incidere su questo quadro roseo, di fatto, è l’organizzazione degli istituti scolastici leccesi: in molti, per questa prima settimana, hanno disposto la didattica in presenza solo per le matricole, al loro primo anno di scuola superiore. Da lunedì rientreranno poi gli altri studenti e sarĂ quello, dunque, il vero banco di prova.
A condizionare questo flusso piĂą che contenuto di passeggeri vi sono dunque diversi fattori. Il primo – riferito da piĂą autisti che hanno dialogato con le famiglie – è il timore del contagio. Pochissimi, di fatto, gli abbonamenti mensili: si procede, cautamente, di giorno in giorno, al motto di “chi vivrĂ , vedrĂ ”.
Dall’altra parte, si diceva, l’organizzazione delle scuole è stata pensata anche per scongiurare gli intoppi legati ai trasporti, in attesa di un auspicabile aumento delle corse, in grado di garantire ai pendolari le dovute tutele. Ingressi e uscite in orari differenti, didattica mista (per alcuni in presenza, per altri davanti al pc): così si tenta di arginare il problema degli spazi che, a scuola come a bordo dei mezzi pubblici, rappresenta la vera gatta da pelare.
