LECCE – (di Tonio De Giorgi) L’11 maggio non potrà essere mai una data qualsiasi per i tifosi del Lecce e per il presidente del club giallorosso Saverio Sticchi Damiani che festeggia il suo compleanno nello stesso giorno in cui la squadra giallorossa è tornata in Serie A sotto la sua presidenza. “Un compleanno bellissimo – afferma -, che è diventato occasione di gioia per tutti i tifosi salentini, quindi ancora più bello festeggiarlo. È stata una coincidenza perfetta. Sto ricevendo tantissimi messaggi e voglio rispondere a tutti”.
In queste ore si decide la riapertura del calcio.
“È una necessità, va fatta per un senso di responsabilità. Sono d’accordo con chi dice che non c’è tanta voglia né di giocare né di esultare, ma è un’industria che deve ripartire, per un puro senso di responsabilità non solo per i calciatori, ma anche per le categorie coinvolte e alle quali bisogna garantire uno stipendio per andare avanti. E poi il calcio crea un indotto anche in termini di contribuzione per lo stato e non credo che oggi il paese possa farne a meno”.
Il suo bilancio da presidente.
“Un’esperienza fortunata. Da quando sono al timone, dal 2017, abbiamo raggiunto sempre un obbiettivo: già due promozioni, speriamo adesso nella permanenza in A. Tutto è accaduto rapidamente grazie al lavoro importante svolto da tutti i soci e i dirigenti, tante scelte giuste che hanno portato a questi risultati storici, ma guai a cullarsi. Una compagine societaria fatta di persone perbene: hanno vissuto questa esperienza al servizio del territorio, con amore. Una compagine societaria che è rimasta la stessa: con Liguori, Alessandro Adamo, i fratelli Carofalo e l’amico René che ci sta dando grandi idee. E vorrei ricordare pure l’amico Enrico Tundo che ci ha dato un grande contributo all’inizio”.
De Picciotto le ha fatto i complimenti per la gestione della società.
“Mi ha fatto piacere leggere le sue parole. Sono felice per la sua fiducia e quella degli altri soci perché, ricordo, gestisco finanze non solo mie. Sento una grossa responsabilità e cerco di sbagliare il meno possibile. Fermo restando che tutti gli indirizzi sono comuni e condivisi”.
Lo stadio nelle mani del Lecce: che progetto sarà?
“Ci stiamo lavorando da tanto: hanno compiuto uno splendido lavoro Giuseppe Mercadante (direttore generale, ndr)e l’avvocato Zinnari. L’amministrazione comunale è sempre stata aperta al dialogo, disponibile, per questo ringrazio il sindaco Salvemini. Aspettiamo il nuovo bando e speriamo che la procedura possa concludersi entro il 30 giugno con l’Us Lecce aggiudicataria. Una concessione che sarebbe nuova e contemplerebbe la possibilità di organizzare eventi e spettacoli, sarebbe un modo per recuperare altri introiti da destinare ancora alla ristrutturazione dello stadio”.
Da comune cittadino cosa l’ha colpita in questo periodo di emergenza sanitaria?
“Mi è piaciuto il modo in cui il Salento e Lecce in particolare hanno rispettato le misure imposte dal governo pur non essendo stato, il nostro territorio, toccato in maniera violenta dall’epidemia. I salentini sono stati molto rispettosi delle regole dimostrando grandissima sensibilità e conoscenza delle informazioni: davvero un bellissimo spot da parte della nostra gente”.
In condizioni normali oggi avremmo commentato Bologna-Lecce.
“Il cruccio più grosso è che, se si dovesse ripartire, sarà un calcio senza pubblico, cioè senza la sua essenza principale: una grossa perdita per tutti. Inoltre, per il Lecce il pubblico è stato protagonista alla pari, se non di più, di chi è andato in campo. I nostri tifosi hanno scritto pagine incredibili. Escludere la gente dagli stadi è una piccola grande sconfitta, credo sia un male necessario in questo primo periodo per far ripartire il calcio, ma non vedo l’ora di riabbracciare tutti nel nostro stadio e anche in trasferta, nelle incredibili trasferte che abbiamo vissuto”.