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La movida bussa: “Lecce faccia come Bari”, ma pesa la città metropolitana

LECCE- I ristoratori e titolari di locali della movida leccese tornano a far sentire la loro voce e lo fanno dopo la diretta fb in cui il sindaco di Bari Antonio Decaro ha annunciato i provvedimenti che il suo Comune intende assumere per favorire la categoria. In sostanza, con una lettera aperta, Danilo Stendardo, titolare del Road66, a nome di un gruppo di colleghi, chiede al primo cittadino di Lecce di prendere spunto dalla programmazione “Open”, il pacchetto di misure baresi per la fase due. Tanti i punti toccati, ma ce n’è uno, in particolare, a dover destare attenzione, perché il segno di una ulteriore penalizzazione con cui gli esercenti salentini dovranno fare i conti. E non per colpa di Palazzo Carafa.

Decaro, infatti, ha annunciato un intervento da 6 milioni di euro per erogazioni a fondo perduto per tutte le attività che hanno patito la chiusura, una cifra pari a 1.500 euro a testa, versati “direttamente sul conto corrente o su postpay con una semplice domandina”, scrive Stendardo. Ma c’è un però: sono fondi che Bari può attingere, come dichiarato, dal “Pon Metro”, una linea di finanziamento europea destinata esclusivamente alle 14 città metropolitane italiane. E Lecce, come gli altri capoluoghi salentini, non rientra tra queste. Una sperequazione che si aggiunge, di fatto appesantendola, a quella che a volte, per i criteri previsti, è alla base dell’assegnazione di altri fondi europei e statali distribuiti per il tramite della Regione e di cui il nord della Puglia beneficia maggiormente.

Poi gli altri punti sollevati dagli esercenti. Andiamo per ordine:

1-      A Bari annunciata la delibera, non ancora approvata in giunta, relativa all’aumento del 50 per cento del suolo pubblico autorizzato l’anno precedente, con espansione frontale o sui due lati, attraverso una semplice richiesta che elimina gli otto passaggi comunali per la concessione. A Lecce, come fatto sapere dall’assessore Rita Miglietta, è già pronta la proposta di delibera, che sarà depositata lunedì, perché la discussione sia portata in Consiglio, passaggio necessario visto che la città è già dotata di un regolamento sui dehors (che non ha Bari). Di questo, dunque, si prevede la sospensione, unita alla possibilità di richiedere spazi aggiuntivi su cui dislocare tavolini. Gli uffici stanno studiando, planimetrie alla mano, quali spazi concedere tra quelli attualmente non destinati ad occupazione di suolo pubblico. Inoltre, si valuta una ztl temporanea serale in alcune zone, come in via Giusti, per consentire ai locali di spaziare le sedute.

2-      Altra richiesta: eliminazione della Tosap per i tre mesi di chiusura. In realtà a Lecce è già così e per chi ha pagato in anticipo quegli importi saranno considerati credito per il futuro. Si attende dal governo l’esenzione per tutto il 2020.

3-      Discorso più complesso quello della Tari. Decaro ne ha annunciato l’eliminazione per i 3 mesi e questa è in realtà una linea comune a tutti i sindaci: anche a Lecce, si confida di reperire le somme in compensazione dal fondo complessivo di 3,5 miliardi di euro che il governo ha promesso ai Comuni. Considerata la condizione di predissesto e l’ammanco stimato in 20 milioni dall’inizio dell’emergenza per mancati introiti, per Palazzo Carafa pare non esserci altra possibilità.

4-   Ultimo punto è relativo agli affitti dei locali chiusi. “E’ importante – risponde Salvemini – in attesa di ulteriori provvedimenti che venga confermato anche per il mese aprile un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone”.

 

https://youtu.be/KbyHmTr8HQo

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