BARI – La giunta regionale pugliese ha dato il via libera ad alcune modifiche al Regolamento sulla Rete assistenziale per i disturbi dello spettro autistico. Modifiche molto attese, come vi avevamo anticipato, ma che non soddisfano i richiedenti.
Con ordine: la giunta, dopo le osservazioni contenute nel parere espresso dalla III commissione, ha approvato l’ammissibilità delle istanze di autorizzazione alla realizzazione delle strutture finalizzate al rilascio del parere di compatibilità presentate da enti gestori anche in presenza, nell’ambito del territorio regionale, di un solo parere favorevole di compatibilità per qualunque tipologia di struttura. L’inammissibilità  delle istanze  di autorizzazione è ristretta al solo territorio provinciale.
Questa modifica ha l’obiettivo di valorizzare quelle strutture che erogano interventi dedicati all’intero arco della vita (ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale) e che abbiano giĂ una comprovata e consolidata esperienza e competenza nel trattamento del Disturbo dello spettro autistico.Â
Ma le novitĂ sono ritenute insufficienti. Anzitutto dalla stessa maggioranza: il consigliere Paolo Pellegrino le ritiene “non completamente esaustive sulle reali esigenze del settore”. E, quindi, chiede un “ulteriore sforzo alla giunta stessa”.
Il caso lo ricordiamo fu sollevato da Paolo Pagliaro, dopo aver ascoltato le famiglie.
E subito dopo tutte le associazioni che si occupano delle persone con spettro autistico avevano avviato anche una petizione online per chiedere modifiche. Fra loro anche “Amici di Nico”, presieduto da Maria Antonietta Bove, che spiega perchĂ© oggi si è punto e a capo. “Idealmente c’è l’attenzione. Ma nella pratica – spiega – nel regolamento non è cambiato quasi niente. Il parere di compatibilità è rimasto piĂą o meno lo stesso se non il fatto che io possa presentare anche altre istanze, ma dato che non hanno cambiato il fabbisogno idi fatto non posso presentare queste istanze. Se non si apre il fabbisogno, se non si dĂ importanza o se non si fa una indagine epidemiologica vera, visto che non ci credete a quello che noi vi diciamo, se non si fa come nelle altre regioni d’Italia un’indagine epidemiologica del numero dei casi d’autismo, non si potrĂ mai stabilire il numero dei centri idonei per lo spettro autistico. Quindi – conclude – siamo sempre punto e a capo“.