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Bibbia, guantoni, e samba riempiono le giornate di Gabriel

LECCE – Nello spazio dedicato dall’US Lecce ai tifosi titolato “Siamo sempre con voi”, Dario Sanghez ha dialogato su Instagram con Gabriel Vasconcelos Ferreira.

Il portiere brasiliano ha raccontato di parlare quattro lingue, portoghese, spagnolo, italiano e adesso sta affinando on line il suo inglese. Oltre al calcio ama il tennis e ogni tanto ci gioca.

In questi giorni di stop forzato a causa dell’emergenza sanitaria si allena a casa con la moglie come testimonia dai suoi video su instagram.

È un momento non semplice, quello che più mi lascia in ansia è l’incertezza, non sappiamo quando torneremo, quando tutto tornerà alla normalità; cerco di occupare il mio tempo e le mie giornate e penso positivo.
In Brasile la situazione non è bella ma ancora non è arrivato il picco come in Italia; parlo sempre con la mia mamma, con la mia famiglia, anche lì sono tutti a casa e pregano sperando che la situazione non peggiori come è successo qui in Italia.
Con mia moglie dormiamo fino alle 8:00 massimo 8:30 poi facciamo colazione e ognuno si dedica alla sue letture. Io mi dedico a coltivare la mia fede, leggo la bibbia. Poi iniziamo l’allenamento. Ho un piccola palestra in casa oltre al giardino, quando finiamo è già ora di pranzo.
Dopo pranzo mi dedico a dei corsi on line, adesso sto imparando bene l’inglese, approfitto di questa situazione anche per studiare un po’. Poi leggo, gioco con il mio cane, mentre mia moglie lavora on line per una ditta brasiliana.
Verso le 19:00, 19:30 cuciniamo, mettiamo musica brasiliana e infine guardiamo qualche serie televisiva, questa è la nostra giornata tipo”.

Si diletta tra i fornelli e consiglia anche un menù per una serata brasiliana: “Riso in bianco, poi fagioli e carne alla griglia, consiglio una carne con po’ di grasso in modo che poi si sciolga in bocca, di contorno insalata… e come musica la samba, a me piace un gruppo che si chiama Exaltasamba”.

Gabriel, portiere US Lecce (foto Pinto)

L’estremo difensore giallorosso diventato portiere perché amava i guantoni e la maglia di colore diverso, stima Kakà ed è cresciuto guardando le parate di Julio Cesar e Dida. Adesso ama Lecce, il mare, la cucina, i leccesi, ama il tifo salentino che è simile a quello brasiliano, lo spiega con il sorriso sulle labbra, Gabriel sorride sempre è sereno e forse questa sua serenità è da ricercare anche nella sua fede:

“Io credo nella bibbia, credo in Dio, in Gesù, credo nel messaggio d’amore e faccio miei i principi positivi. Prego anche prima di ogni gara: prima di partire dall’albergo prego e ringrazio Dio per l’opportunità che mi ha dato, per avermi concesso di realizzare il sogno di diventare calciatore, lo prego per ringraziarlo e per chiedergli di preservarmi dagli infortuni, ma soprattutto per ringraziare”.

Poi si parla di calcio giocato, del Lecce, del numero di maglia, il 21 scelto a caso perché l’1 e il 22 erano già occupati, poi racconta della parata più bella che secondo lui ha fatto quest’anno, quella su Dybala nella gara con la Juventus e parla della vittoria più bella di quest’anno, quella a Torino col Toro, dopo due sconfitte consecutive e poi prima di salutare descrive la ricetta giusta per salvarsi:

“Il Lecce deve rimanere sul pezzo sia allenamento che partita. Dobbiamo rimanere concentrati dal primo all’ultimo minuto. Dobbiamo allenarci sempre con la massima intensità facendo quello che chiede il mister per riuscire a mantenere la nostra identità di gioco, perché siamo una squadra che gioca al calcio con il possesso palla, ci serve tutto questo per ottenere i risultati che desideriamo. Infine saluto tutti i tifosi, teniamo duro, presto tutto finirà”.

 

C.M.

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