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Nel Leccese, dieci sui 25 guariti pugliesi dal Coronavirus

LECCE- Mentre crescono i casi di contagio nel Leccese, con picchi preoccupanti soprattutto tra gli operatori sanitari, la Asl fa sapere che si hanno le prime dieci guarigioni, giunte dopo un ricovero ospedaliero o un trattamento in un reparto di terapia intensiva. In tutto in Puglia se ne registrano 25.

Al Fazzi, dotato di 24 posti letto in Malattie Infettive, sono state negativizzate – cioè dimesse come guarite – cinque persone, tra il 20 e il 26 marzo.  A loro è stato consigliato l’isolamento fiduciario a casa, per migliorare le condizioni generali nella fase di convalescenza. In questo momento, tre pazienti risultati negativi sono ancora ricoverati, in attesa del secondo tampone negativo che, in base alle linee guida attuali, certifica la completa guarigione e la non contagiosità.

Nel presidio riabilitativo di San Cesario, ora ospedale Post Covid, sono ricoverati 18 pazienti ancora positivi al Covid-19 che hanno però superato il periodo di acuzie e sono in fase di remissione completa. Molti sono già sfebbrati, vengono monitorati costantemente, almeno due volte al giorno. Per la gran parte si tratta di portatori di più patologie, anche a causa dell’età. Lo scorso 23 marzo è stata dimessa una donna e altri lo saranno nei prossimi giorni.

Guarigione appurata attraverso due tamponi anche a quattro pazienti ricoverati a Galatina, che ospita 26 posti letto in Malattie Infettive: un uomo è stato già dimesso, un altro è tornato a respirare autonomamente senza ossigeno, due saranno dimessi nella giornata di domani.
Per quanto riguarda l’età si passa dalla bimba di pochi mesi con la mamma ad alcuni sessantenni per giungere a due ottuagenari. Sotto i 50 anni gli altri. Si conferma la prevalenza del numero di donne guarite, in linea con il dato riscontrato in tutta Italia che vede una maggiore protezione delle donne nei confronti dell’infezione.

Al momento, in questi “vecchi” reparti ma anche presso il nuovo DEA vengono utilizzati i protocolli farmacologici approvati dalla SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive) nel “Vademecum per la cura delle persone con malattia da COVID-19 (edizione 2.0, 13 marzo 2020)”. Tra questi l’associazione tra un antimalarico (IDROSSICLOROCHINA) e alcuni farmaci antiretrovirali (anti HIV): LOPINAVIR/RITONAVIR (Kaletra) oppure DARUNAVIRCOBICISTAT (Rezolsta). Un altro strumento terapeutico è il REMDESIVIR, un antivirale potenzialmente efficace nei confronti dei coronavirus. Una terza possibilità è rappresentata da TOCILIZUMAB, già utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide, con l’obiettivo di un’attività non antivirale, ma anti-infiammatoria.

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