Cronaca

Partorì nel corridoio dell’ospedale di Casarano, prosciolta la ginecologa di turno

LECCE- Non subirà alcun processo A.D.L., una ginecologa 70enne di turno presso l’ospedale Ferrari di Casarano il 3 ottobre del 2017, quando una giovane donna incinta alla 34esima settimana partorì una bambina su una barella nel corridoio del reparto di Ostetricia.

La dottoressa, accusata di omissione d’atti d’ufficio per non aver disposto il ricovero della paziente, ma averle suggerito di cambiare ospedale, è stata prosciolta. Il gup Edoardo D’Ambrosio, nonostante la Procura avesse chiesto il rinvio a giudizio, ha accolto le tesi del difensore, l’avvocato Luca Puce, secondo cui la condotta della donna non poteva essere in alcun modo considerata un reato. Quella notte infatti, tutto, fortunatamente, andò per il meglio. La piccola, seppur venuta alla luce prematuramente, stava bene. L’unica colpa della dottoressa era stata quella, probabilmente, di non aver compreso quanto il parto fosse imminente, tanto da consigliare alla gestante di raggiungere un ospedale munito di Terapia Intensiva Neonatale, pronto quindi a gestire un parto prematuro e le sue eventuali conseguenze.

La donna incinta si era presentata nel pronto soccorso di Casarano all’alba in preda a dolori addominali. Era stata indirizzata in Ostetricia per una visita che era stata eseguita proprio dalla dottoressa. Considerando il blocco dei ricoveri disposto dalla Direzione Sanitaria dell’Asl, questa l’aveva invitava a raggiungere un ospedale più adatto al suo caso. La paziente, tornata in Pronto Soccorso, aveva firmato il rifiuto al ricovero e aveva già raggiunto l’auto quando i dolori, diventati insopportabili, l’avevano costretta a rientrare. Era in pieno travaglio. La piccola stava per nascere tanto che già sulla barella si intravedevano i pedini, trattandosi di un parto podalico. I medici non avevano fatto in tempo a raggiungere nemmeno la sala parto. La bimba era nata infatti nel corridoio.

La dottoressa, accusata di non aver prestato le dovute cure alla paziente, era stata indagata. Il giudice ha ritenuto però che non avesse avuto alcuna responsabilità sull’ accaduto.

M. Cos.

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