LECCE- “Il 12 gennaio dobbiamo far capire che noi abbiamo la forza di aprire seggi in tutti i comuni. È una forza che dobbiamo manutenere. Dall’altra parte, giocano a testa o croce con il destino dei pugliesi”. Michele Emiliano usa queste parole per lanciare a Lecce la campagna elettorale. Non tanto quella delle primarie, piuttosto direttamente per le regionali. Parla, infatti, con la certezza di vincere la selezione interna al centrosinistra, “percorso comunque da blindare – dice – e in cui il presidente uscente è un candidato come gli altri”.
Alle Officine Cantelmo, in mattinata, a sostenere la corsa di Emiliano c’erano molti volti noti della politica locale: in prima fila il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e il suo vice Alessandro Delli Noci; il presidente della Provincia Stefano Minerva, Paola Povero, il sindaco di Trepuzzi Giuseppe Taurino. Nel pubblico anche il segretario provinciale del Pd Ippazio Morciano e quello di Mdp/Articolo Uno Salvatore Piconese; i sindaci di Corigliano, Soleto, Galatone, Patù, Sternatia, solo per citarne alcuni. Emiliano rimarca il ruolo dei sindaci: “Non è mai successo che avessero tanto peso nelle decisioni, persino bloccando alcune nostre scelte. Non si tratta di un potere di veto ma di rispetto. In cambio abbiamo ottenuto la loro disponibilità. La provincia di Lecce in questo insegna”.
Per gli altri candidati alle primarie, Elena Gentile, Fabiano Amati e Leonardo Palmisano, il governatore uscente usa parole di conciliazione.
Più netti, invece, i toni con chi è rimasto fuori dalla competizione interna e potrebbe prendere altre strade. “La posizione di Italia viva è chiara e cioè parlateci di tutto ma non di Emiliano. A me sembra sia un posizione romana e non tanto pugliese”, ha detto, additando il partito di Renzi come una forza politica “che se si espandesse farebbe male alle nostre storie”. Ne ha anche per Dario Stefano e per i mal di pancia dei suoi: “Stefano è nel Pd e non ho motivo di ritenere che sia disponibile a percorsi fuori da quello del Pd pugliese. Io resto disponibile a parlare con tutti e non solo con lui. Questa cosa deve capirla e accettare: siamo tutti pari. Questa parità tra noi deve rispettarla. Mi aspetto una dichiarazione di voto per le primarie. Nessuno può giocare a far saltare il tavolo”.
Per Emiliano il voto alle politiche, che ha visto il centrosinistra arrivare terzo, non inciderà su quello delle regionali. “È questione di identità e metodo”, dice. Ma sa che bisognerà fare i conti con un consenso radicato per il centrodestra.
Infine, rivendica le sue posizioni su Tap e Ilva, sulle assunzioni in sanità e le scelte per il piano di riodino ospedaliero. “Dall’altra parte – chiosa – mi dicono che sono terrorizzati dalla possibile costituzione di sistemi di potere, perché da questa parte non c’è stata mai una mia telefonata in cui si è detto o fai così o non parli con me”.