SALENTO – Titoli illiquidi, violazioni sul mercato di negoziazione interno, violazioni sui questionari Mifid e violazioni sul pricing. Sono queste -scrivono il presidente nazionale, Antonio Tanza e il delegato di Lecce, Daniele Imbò- le violazioni contestate da Consob nel 2018, e confermate dalla Corte di Appello di Bari nel 2019 con tre distinte sentenze, alla Banca Popolare e diversi componenti del Cda nel periodo 2012-2016.
In sostanza -spiega Imbò- quando vuoi comprare delle azioni, la banca ti sottopone un questionario, il Mifid, che vede il profilo di adeguatezza per compiere compranvendite di strumenti finanziari, siano essi azioni o obbligazioni. La maggior parte degli utenti -secondo la Corte d’Appello di Bari, più della metà del totale degli investitori rivoltisi alla banca, cioè circa 26mila- avevano dichiarato espresssamnete di voler proteggere il capitale investito, per cui non autorizzavano la banca a compiere l’acquisto di azioni ma, in generale, di obbligazioni o altri strumenti meno rischiosi.
Un altro profilo rilevato è che la banca diceva che le proprie azioni erano immediatamente liquide, invece la Corte rileva la natura illiquida di questi titoli, perché i tempi medi per la vendita delle azioni, indicati in 70,4 giorni, erano certamente incompatibili con la pronta liquidità delle azioni. Inoltre ci sarebbero state delle omissioni da parte della banca nelle informazioni sui propri titoli.
Per questo Adusbef invita tutti i risparmiatori a far sentire le proprie ragioni e a contattare gli sportelli ADUSBEF o a scrivere all’indirizzo mail adusbefutenti@gmail.com con oggetto BPB.
