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Sequestro pontili, Cariddi amareggiato: “Soprintendenze che pongono solo divieti assoluti”

OTRANTO – “Sono molto amareggiato per quanto si sta verificando sulla questione dei pontili. Con la politica che genera quadri normativi incerti, si delegano a burocrati le decisioni strategiche sul nostro territorio, con Soprintendenze che anziché migliorare le nostre visioni di sviluppo sostenibile della città, pongono solo divieti assoluti”.

Rabbia, oltre che amarezza, nelle parole del primo cittadino di Otranto, Pierpaolo Cariddi, all’indomani del sequestro dei pontili nel porto interno idruntino. È indagato, insieme a quattro assessori e al dirigente dell’ufficio tecnico comunale, per non aver rimosso le strutture entro il 20 novembre, come imposto dalla Soprintendenza -per la quale i pontili possono restare in piedi solo sei mesi all’anno- e come confermato dal Consiglio di Stato.

I sigilli sono stati apposti nel pomeriggio di ieri dalla Capitaneria di Porto, che ha sequestrato anche tutta l’area demaniale del porto interno. I pontili sono stati al centro di un braccio di ferro e sono oggetto di un nuovo progetto con il quale il Comune sta cercando di mantenerli in piedi. Il Comune ha ribadito il fatto che, smondando e rimontando di continuo, quel porto sarebbe un cantiere sempre aperto e i costi sarebbero insostenibili, pari a circa 800mila euro. È per questo che, dopo aver perso la battaglia nei tribunali, l’amministrazione ha presentato un nuovo progetto, che di fatto comporta il mantenimento della struttura, rivista in alcune parti. Nell’ultima conferenza dei servizi, però, la Soprintendenza aveva confermato la sua opposizione.

“Difenderemo il nostro operato con gli strumenti che la legge ci mette a disposizione con rispetto e fiducia nella magistratura, interessata ora dalla vicenda -dice Cariddi- Nel contempo siamo già al lavoro per costruire nuovi scenari e pianificare nuove soluzioni progettuali che possano consentire alla città di avere quei servizi che cittadini e ospiti chiedono e meritano, consapevoli del grande valore economico e sociale che il porto assume non solo per Otranto, ma per l’intero Salento”.

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