TARANTO- Si intitola “Mittal, la face cachée de l’Empire” il docufilm proiettato per la prima volta in Italia, martedì sera in piazzale Savino, nel rione Tamburi di Taranto, davanti al cimitero. È intervenuto il regista Jérôme Fritel.
L’allestimento cinematografico non a caso è stato posto proprio a ridosso del cimitero comunale e con sguardo rivolto sulla fabbrica, l’ex Ilva, di cui ora è proprietario il colosso mondiale dell’acciaio, ArcelorMittal. È un’inchiesta approfondita del regista francese sui processi di globalizzazione nell’ambito della siderurgia. “Una storia costellata da contestazioni sociali e ambientali raccontata con immagini ad alto impatto e con un ritmo narrativo tipico dei film d’inchiesta”.
L’iniziativa si è svolta in collaborazione con diverse associazioni: PeaceLink, Sonora, Isde Taranto e Isde Massafra, Giustizia per Taranto, Associazione Giorgio Forever, Genitori Tarantini, LiberiAmo Taranto, Palazzo Ulmo.
Dal canto suo, ArcelorMittal Italia con un comunicato precisa che il documentario “è stato realizzato nel 2014, a seguito della crisi dell’Eurozona e prima della costituzione di ArcelorMittal Italia. ArcelorMittal ha lavorato all’epoca con il team di produzione di documentari ARTE, fornendo accesso ad alcune delle sue operazioni e attività negli Stati Uniti, in Kazakistan e in Europa e consentendo di entrare in contatto con i componenti del suo Senior Management Team.
Pur riconoscendo che a questi dirigenti è stato dato il tempo di esprimere il proprio punto di vista, la Società si rammarica che la squadra che ha realizzato il documentario non abbia accettato di intervistare i dirigenti di ArcelorMittal operanti in Francia e in Europa, soprattutto alla luce dei commenti contenuti nel documentario sulle attività del Gruppo nel territorio europeo.
Ricordiamo a coloro che guarderanno il documentario che, nel 2013, l’azienda ha perso 985 milioni di euro in Europa. La decisione di sospendere le attività di alcuni altoforni nella regione europea è stata molto difficile, ma purtroppo necessaria a causa del notevole calo della domanda di acciaio in Europa dovuto alla crisi finanziaria globale del 2008 e alla successiva crisi nell’Eurozona.
ArcelorMittal conferma il pieno impegno sia a portare avanti le attività che svolge in territorio europeo, dove produciamo 45 milioni di tonnellate e impieghiamo 89.000 persone, sia in Italia, dove stiamo investendo per realizzare un piano ambientale e industriale molto ambizioso, per un totale di 2,4 miliardi di euro”.