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No Ogm e Ceta, 37 realtà agricole salentine mettono in guardia la ministra Bellanova

LECCE- Una rete composta da 37 realtà agricole locali prende posizione, nettamente, contro l’apertura annunciata dalla ministra salentina all’Agricoltura Teresa Bellanova verso gli ogm e la ratifica del Ceta, cioè il trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Canada.

La sua visione, Ministro Bellanova, non ci appartienescrivono dalla rete Salento km0 in una lettera a lei rivolta – come non appartiene a moltissime realtà che in Italia operano davvero per la tutela del bene comune. Lei ha detto di voler confrontarsi con le associazioni di categoria ma noi La invitiamo a confrontarsi anche con le piccole realtà come la nostra, che rappresentano davvero un’eccellenza nel nostro Paese ma che dalle istituzioni raramente vengono considerate. E La invitiamo a riflettere maggiormente sulle dichiarazioni da Lei rilasciate e ad avere un confronto diretto anche con noi”.

Nei giorni scorsi, a esprimere forti perplessità, anzi, pieno “dissenso”, è stata, tra gli altri, Slow Food, la grande organizzazione internazionale fondata da Carlo Petrini e impegnata a dare il giusto valore al cibo e a chi lo produce. Gli accordi contenuti nel Ceta, ha argomentato, “non chiedono ai nostri partner commerciali di alzare l’asticella delle loro produzioni e anzi ci costringono in una competizione internazionale la cui bussola continua a essere la sacralità del libero mercato, che altro non fa se non spingere al ribasso i prezzi, trascinando con sé di conseguenza un allentamento dei nostri più stringenti standard qualitativi”. A questo si aggiunge il nodo relativo agli organismi geneticamente modificati: la dichiarazione della ministra “ci fa correre un brivido sulla schiena”, hanno rimarcato da Slow Food. Stavolta, però, l’altolà arriva dalla stessa terra da cui proviene Bellanova.

Cosa ha detto la ministra? 

Sugli Ogm sua è stata una battuta veloce, sulla quale si chiedono approfondimenti: “Voglio aprire un confronto rapidamente anche con le parti imprenditoriali perché è tema delicato e anche qui da non affrontare in modo azzardato”, ha detto. E sul Ceta ha aggiunto a Radio24:  “E’ in funzione e i risultati arrivano perché noi non dobbiamo temere la competizione. Dobbiamo lavorare tutti per smussare quegli angoli e per avere un rapporto con i dossier che sia sempre più ancorato al merito. Il nostro paese ha bisogno di mercati aperti e non ha bisogno di dazi. Il nostro paese ha bisogno di far riconoscere la qualità dei propri prodotti e ha bisogno di far arrivare i prodotti di qualità sui mercati che sono sempre più lontani ma che si possono permettere il costo dei made in Italy. Credo che su questo avremo la capacità di trovare una sintesi. […] Dobbiamo lavorare perché si arrivi alla ratifica del Ceta non con le tensioni ma con la consapevolezza che stiamo assumendo una responsabilità importante rispetto a un pezzo notevole di competitività del sistema Italia”. Apriti cielo.

“Sconcerto (e sconforto) per le dichiarazioni di Bellanova”

“Siamo contadini, agricoltori, imprese, associazioni, cittadini e cittadine, che lavorano insieme nel Salento per promuovere un modello di vita basato sulla tutela della nostra biodiversità, naturale ed umana, e nel rispetto delle persone e della natura”. Inizia così la lettera sottoscritta da 37 associazioni e imprese agricole che dal 2016 afferiscono alla rete Salento Km0, impegnata nella costruzione “di filiere economiche innovative e sostenibili, per aumentare le opportunità di chi sceglie di rimanere al Sud e restituire dignità ai luoghi che abitiamo, e per combattere ogni forma di sfruttamento. Le stesse motivazioni – incalzano – per cui, immaginiamo, Lei scelse di fare la sindacalista e lottare per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in agricoltura”.

Può immaginare – continuano – il nostro sconcerto (e sconforto) nel leggere le sue dichiarazioni su CETA e OGM, che prevedono un’apertura alla ratifica del trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Canada e agli OGM. Come Lei dovrebbe sapere, il CETA non favorisce il made in Italy né tutela le produzioni di qualità italiane ed è considerato un “cavallo di Troia” per aggirare in realtà quei limiti che l’Unione Europea impone alla circolazione di prodotti alimentari con residui di pesticidi nel cibo, all’uso di ormoni ed antibiotici nell’allevamento, all’uso sul grano in pre-raccolta del diserbante Glifosate, ai divieti imposti dall’Italia alla presenza di OGM nell’alimentazione umana”.

La Rete Salentina dei Coltivatori di Cambiamento Salento Km0 è composta da:

Associazione Salento Km0, Galatina; Laboratorio Beth, Lecce; Associazione Diritti a Sud / Sfruttazero, Nardò; Terre Paduli Az. agricola, Nardò; Aps Verdesalis, Nardò; Soc Coop. Agricola Karadrà, Aradeo; Lagorosso Az. agricola, San Donato di Lecce; Melusina Az. agricola, San Donaci; Associazione Staiterraterra, Felline; Associazione Officine Cittadine, Collepasso; Apicoltura Saverio Alemanno, Copertino; Società Agricola Merico Maria Rosa, Miggiano; Associazione Casa Delle Agriculture Tullia e Gino, Castiglione d’Otranto; Società agricola cooperativa Casa delle agriculture, Castiglione d’Otranto; Agricola Nerò, Zollino; Madreverde – Az. Agricola Mauro Mauramati, Ugento; Terrarossa Cooperativa Sociale, Tricase; Agriturismo Lu Schiau, Serrano; Orti di Vita Az. Agricola, Calimera; S.S. Agr. Cantina Supersanum, Supersano; Gli Orti di Peppe Az. agricola, Tricase; Comunità Cooperativa di Zollino; Associazione MalaChianta, Squinzano; Ciaula Aps, Neviano; Salos Az. agricola, Otranto; Fontanelle Az. agricola, Otranto; Dinamica Salentina Az. agricola, Galatone; Sciacuddri Az. agricola, Cutrofiano; Azienda Agricola Le Fattizze, Nardò; Azienda agricola Cosimo Chiriasi, Nardò; Azienda agricola Corrado Losavio, Tuglie; Soc. agr. Semplice Siliqua, Vitigliano; Azienda agricola Gira Gisberto Emiliano, Nardò; Associazione Città Fertile, Lecce; Associazione Itaca – Luna Laboratorio Rurale, Galatone; Azienda agricola Ruralia di Mustich Loredana, Lequile; Mulino Maggio, Poggiardo.

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