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NoTap incatenati davanti al tribunale: “Procura acceleri sul gasdotto”

LECCE- PiĂą che un’accusa, la loro vuole essere una sollecitazione. I noTap che in mattinata hanno presidiato il Tribunale di viale De Pietro, a Lecce, lo hanno scritto sugli striscioni e lo chiedono a viso aperto: la Procura faccia presto con le indagini sul gasdotto.

Negli ultimi mesi sono circa 200 gli attivisti a cui sono state notificate delle chiusure indagini, “con denunce il più delle volte paradossali e al limite del tragicomico – dice il portavoce del Movimento Gianluca Maggiore – accuse che vanno dallo sventolio di bandiere al disturbo della quiete pubblica per aver utilizzato un fischietto. Chiusure di indagini per le quali gli uffici dei procuratori hanno svolto un lavoro alacre, perentorio”.
Parlano di “doppia velocità” della giustizia e si riferiscono alle inchieste aperte in seguito a loro denunce e ancora senza esito. In particolare, quella nata in seguito alla protesta del 9 dicembre 2017, quando 52 persone vennero portate in questura; l’inchiesta in corso a carico di 16 indagati, tra cui la stessa societĂ  Tap, per presunti illeciti negli espianti di ulivi e nell’inquinamento della falda. Poi, c’è la grande partita: l’inchiesta riaperta un anno e mezzo fa dopo un’archiviazione, con un incidente probatorio chiuso nel febbraio scorso e relativo sia alla questione Seveso sul rischio di incidenti rilevanti che a quella della valutazione degli impatti cumulativi tra Tap e Snam, valutazione unitaria mancante.

E ciò che preoccupa è proprio questo: se è vero che ogni inchiesta ha i suoi tempi, è anche vero che i lavori procedono a tamburo battente, sia sul versante Tap che su quello Snam.

Sia chiaro, “noi non chiediamo alcun favore, alcun occhio di riguardo”, rivendicano anche le mamme noTap. “Noi – aggiungono – siamo consapevoli della nostra lotta e siamo pronti a rivendicare in ogni sede il nostro pensiero e le nostre azioni, convinti come sempre di essere nel giusto. Chiediamo invece che lo stesso metro di giudizio e la stessa celeritĂ  nelle indagini venga rivolta nei confronti di tutti, perchĂ© è così che si crea equitĂ  sociale”.

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