Ambiente

Tap, Arpa conferma: Cromo esavalente oltre i limiti nel cemento usato a San Basilio

MELENDUGNO- Arpa Puglia conferma la presenza di cromo esavalente, che è un cancerogeno certo, nel cemento utilizzato dalla multinazionale Tap per il pozzo di spinta del gasdotto. Il valore che emerge dal rapporto di prova, rilasciato dal laboratorio dell’Arpa Umbria, è di 11,3 mg/l, che supera il limite di legge usato come termine di confronto, “ai fini esclusivamente qualitativi”, delle concentrazioni soglia della stessa sostanza definiti per le acque sotterranee. Questo perché, come spiegato da Arpa Puglia, “non esistono limiti normativi con cui confrontare gli esiti analitici”, in quanto quelli di riferimento riportati nel D.M. 5.2.1998, utilizzato come norma tecnica di riferimento per il test di cessione, si applicano ai rifiuti oggetto di recupero e non alle materie prime.

Le analisi sono state condotte il 4 ottobre scorso presso il cantiere di contrada San Basilio, dove è in corso la costruzione del tunnel per collegare il tubo dal mare alla terraferma. Il monitoraggio è stata una delle richieste del tavolo tecnico insediatosi la scorsa estate in Provincia a seguito degli sforamenti registrati nella falda della zona contaminata, in particolare, dal Cromo. Da quelle analisi scaturì il provvedimento di stop all’emungimento dell’acqua di quei pozzi, con delibera adottata dal sindaco Marco Potì e in vigore fino all’autunno scorso. Sul caso, com’è noto, indaga anche la Procura di Lecce, che a novembre ha eseguito il sequestro dei campioni di prova in diversi laboratori analisi.

Per capire l’origine dell’inquinamento, dunque, è stato chiesto ad Arpa di analizzare campioni di cemento prelevato dalle pareti del pozzo di spinta realizzato.

Dopo le analisi giunte dall’Umbria, Arpa Puglia tira le somme di tutte le attività di campionamento e analisi svolte, ed è chiara: non si evincono superamenti delle concentrazioni soglia per le acque sotterranee e per i terreni, sia degli strati superificiali che di quelli più profondi, per tutti i parametri analizzati, compresi Arsenico, Manganese, Cromo totale, Cromo esavalente e Nichel. E’ stata rilevata però “la presenza di Cromo, totale ed esavalente, nello stabilizzato di cava dell’area conci e nel cemento utilizzato per il pozzo di spinta”. Assumendo, come detto ai fini esclusivamente qualitativi, come termine di confronto i limiti fissati per le acque di falda, i valori riscontrati del Cromo esavalente risultano più elevati.

Di questo il direttore del dipartimento leccese di Arpa, Roberto Bucci, ha informato non solo Asl, Regione, Porvincia e Comune di Melendugno, ma anche il comandante della Polizia Provinciale, oltre all’azienda.

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