TARANTO-Il rinnovo delle patenti di guida avveniva senza certificati e senza la necessaria documentazione. Quello che serviva era solo denaro. In cambio delle somme si attivava, secondo l’accusa, una macchina ben collaudata che, grazie ad un dipendente della Motorizzazione Civile di Taranto, provvedeva a garantire i rinnovi. Questa la conclusione a cui sono arrivate le indagini portate avanti, per competenza territoriale, dalla Procura di Lecce e che portano la firma del pm Paola Guglielmi. Sono 8 gli indagati delle province di Taranto, Brindisi e Potenza che rispondono di associazione a delinquere finalizzata al compimento di una serie di delitti prevalentemente contro la pubblica amministrazione, e in particolare, alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e accesso abusivo in un sistema telematico o informatico protetto. Lo scopo ultimo era quello di conseguire cospicue somme di denaro da automobilisti che pagavano per ottenere in modo fraudolento rinnovi di patenti di guida ordinarie, ma anche abilitazioni e rinnovi di patenti di guida professionali, le “CQC” . Il capo e promotore dell’associazione è risultato essere un 52enne di Villa Castelli impiegato presso la Motorizzazione di Taranto . Secondo l’accusa avrebbe usato il portale della sua postazione per inserire dati falsi facendo ottenere poi i rinnovi. Il tutto per conto dei titolari di alcune autoscuole, anch’essi indagati, a cui si rivolgevano gli utenti che avevano bisogno del rinnovo della patente.