Politica

Provinciali: Pd rivendica vittoria, ma perde pezzi del centrosinistra

LECCE- A pochi minuti dalla vittoria di Stefano Minerva alla presidenza della Provincia di Lecce, il segretario provinciale del Pd Ippazio Morciano ha rivendicato ai nostri microfoni una vittoria propria del centrosinistra. Lo fa ancora di più adesso, dopo le polemiche dentro la propria coalizione e anche in quella avversaria, per il supporto ricevuto da Minerva da pezzi del centrodestra, quali le civiche di Andare Oltre, capitanata da Pippi Mellone, e Puglia Popolare, guidata da Luigi Mazzei. “La percentuale di consensi ponderati con cui è stato eletto Minerva è prova del lavoro svolto – dice – e non lascia spazio ad altre interpretazioni. Questa è e rimane una vittoria del centrosinistra unito, che ha avuto nel PD la sua guida e la sua propulsione. È vero, sono arrivate preferenze anche da altri mondi civici vicini al centrodestra in maniera spontanea e senza giochi sottobanco. Ma questi ulteriori consensi hanno solo trasformato una vittoria già annunciata in un vero e proprio plebiscito per Stefano Minerva. Questa vittoria è indiscutibilmente il frutto del lavoro e della passione del popolo del centrosinistra. Pertanto da oggi il PD deve essere pronto ad assumersi la responsabilità di tenere unito il campo del centrosinistra”.

Nella coalizione, però, alcune fronde rimarcano la distanza. Lo ha fatto una parte del Pd; lo ha fatto Sinistra Italiana che ha precisato: “Non avremmo mai votato un candidato di centrosinistra sostenuto da forze di estrema destra”. Lo fa ora anche Idea Per Lecce, concordando con “Una Buona storia per Lecce” di Giuseppe Fornari sul fatto che si sia trattato di una “scelta tutta (o quasi) interna al Partito Democratico” in base a “una concezione della politica unicamente votata all’allargamento del consenso attraverso la sommatoria di tutto e il suo contrario sotto il profilo dei valori, della storie, delle idee”. “Oggi, dopo l’elezione di Minerva con i voti di “Andare oltre” di Pippi Mellone e senza alcun ascolto dei nostri movimenti da parte del PD, aggiungiamo il nostro sconcerto a quello di tanti di fronte al pervicace atteggiamento di indifferenza di quel partito nei confronti del civismo progressista”, dicono il presidente e il coordinatore, Nicolangelo Barletti e Gianfranco Galluccio, che auspicano un ricompattamento a sinistra.

Nel nuovo “governo del centrosinistra”, invece, vuole starci appieno Articolo Uno Mdp/Leu, che ha tenuto nelle scorse ore la riunione del coordinamento provinciale. Il segretario provinciale Salvatore Piconese non ha dubbi: l’elezione di Minerva “apre una fase politica nuova per il Salento e premia il lavoro unitario delle forze democratiche e progressiste che hanno costruito un’alleanza politica solida, inclusiva e vincente. In tal senso, rivendichiamo il ruolo politico svolto dal nostro movimento nel rompere, prima, un accordo “trasversale” tra centrodestra e PD e costruire, subito dopo, un’alleanza tra le forze progressiste”. La richiesta a Minerva è di convocare una riunione politica e programmatica della coalizione.

Un nuovo corso, dunque, che ora dovrà tramutarsi anche in un lavoro di cesello, per assegnare a ciascun alleato il suo ruolo. Tra questi anche Puglia Popolare, che si è riunita per analizzare il voto ritenendo “importante” l’apporto dei suoi 63 eletti a supporto di Minerva. “Dall’analisi – spiega Mazzei – è emerso che la notevole differenza di voti ponderati, circa 16.000 tra i due candidati, è venuta fuori non solo dalle posizioni assunte dai Movimenti Civici di Puglia Popolare ed Andare Oltre (che insieme raggiungono i 10.000 voti ponderati) ma da una defezione evidente di Consiglieri dei Comuni compresi nelle fasce intermedie (tra i 5.000 e 30.000 abitanti) che dovevano essere di appannaggio dei partiti a sostegno del Sindaco Gianni Marra. Tra i Comuni a guida centrodestra come Maglie, Squinzano, Cavallino, Lizzanello, Taurisano, Veglie, Matino, Ugento, Taviano ecc.. il candidato Marra poteva contare su 173 Consiglieri Comunali ed invece lo hanno votato solo in 137. Nella fascia dei comuni fino a 10.000 abitanti con 75 di ponderazione Marra poteva contare su 208 Consiglieri ed è stato sostenuto solo da 135 (Collepasso, Gagliano,  Neviano, Lequile, San Cesario, Salice , Porto Cesareo, Sannicola, Ruffano ecc..). In definitiva nelle urne non sono arrivati a Marra circa 9.000 voti ponderati tra quelli che non sono andati a votare (200 Consiglieri non hanno votato) o hanno preferito il candidato più giovane. Questa analisi dimostra che chi oggi cerca di sminuire una eclatante sconfitta facendo la caccia alle streghe, deve prendere atto che i partiti dell’ex centrodestra non riescono più ad essere attrattivi e rappresentativi del territorio”.

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