MELENDUGNO- Il maltempo impedisce l’arrivo oggi delle imbarcazioni che avvieranno i monitoraggi nel mare di San Foca in vista della ripresa dei lavori per il gasdotto Tap. Le avverse condizioni meteo marine, con forte vento di scirocco e mare grosso, fanno slittare, dunque, il riavvio. Potrebbe slittare a domani, pertanto, l’arrivo della “Sara T”, imbarcazione lunga 19 metri e mezzo con un pescaggio di due metri, che dovrà posizionare boe e sensori per i monitoraggi ambientali in corrispondenza del punto di uscita a mare del microtunnel. Previsto anche l’arrivo di una seconda imbarcazione preposta all’assistenza della prima, entrambe ferme ora nel porto di Otranto.
Tra mercoledì e giovedì, invece, dovrebbe giungere la grande nave posatubi di Saipem, la Adhémar de Saint-Venant, lunga 95 metri, con una stazza di 6200 tonnellate, ormeggiata da giorni nel porto di Brindisi. L’imbarcazione dovrà installare il palancolato sul fondale in località San Basilio, a San Foca, dove sarà realizzato il punto di uscita del microtunnel del gasdotto. Si opererà in uno specchio d’acqua che fino al 30 dicembre è stato interdetto a qualsiasi attività da un’ordinanza della Capitaneria di Porto.
Intanto, non si placano le polemiche dopo il videomessaggio in cui la ministra per il Sud Barbara Lezzi attacca tutti e anche dopo le dichiarazioni del premier Conte e del vicepremier Di Maio sull’esistenza di penali da almeno 20 miliardi in caso di stop all’opera.
“Sebbene esista un trattato trilaterale – rimarcano da Link Lecce, coordinamento universitario – proprio in quel documento sono contenuti i motivi dell’assenza di penali: è infatti scritto nero su bianco che eventuali «rimborsi degli investimenti» sono subordinati agli HGA (Host Government Agreement), ossia agli accordi tra il Governo ospitante e TAP, che l’Italia non ha firmato. Non è tollerabile che il Presidente del Consiglio e tutto il Governo dichiarino pubblicamente il falso sui costi di rinuncia all’opera per legittimare una decisione antidemocratica e non assumere le responsabilità politiche. TAP resta in ogni caso un’opera inutile per la nostra economia e dannosa per il nostro territorio. Lo dicono i più importanti studi internazionali su energia e ambiente, lo dice la relazione dell’Oxford Institute for Energy Studies la quale mostra come l’aumento delle fonti rinnovabili in Europa, la crisi economica e lo sviluppo dell’efficienza energetica abbiano fatto calare la domanda di gas e come non occorra quindi più investire in infrastrutture per la sua estrazione, a causa del calo dei consumi.
TAP è anche un’opera criminale per le relazioni dei privati che la costituiscono con organizzazioni mafiose e lobbistiche internazionali (come dimostrato dalle inchieste di giornali e procure negli ultimi anni); acquistare gas da un Paese con una dittatura al potere significa avallare le violazioni dei diritti umani che si perpetrano da decenni in Azerbaijan. Tutto questo è in controtendenza con i proclami del Ministro dell’Ambiente Costa, che all’indomani del suo insediamento aveva definito come obiettivi del Governo un maggiore investimento nelle energie rinnovabili con il progressivo abbandono delle fonti fossili, a partire da un piano di decarbonizzazione. Ad oggi queste parole non hanno ancora visto un esito concreto. Il definitivo via libera a TAP palesa la volontà di investire sulle fonti fossili inquinanti, senza cambiamento col passato ma in piena continuità e sintonia”.
