LECCE – È parafrasando Sciascia che Beppino Englaro, padre di Luana (oggi simbolo della libertà di morire) ospite all’Università del Salento, ricorda sua figlia come una “purosangue” liberale. Lei, Luana, che per 17 anni ha vissuto in stato vegetativo a seguito di un brutto incidente stradale, lei che non avrebbe mai voluto tutto questo così come all’età di 20 anni aveva fatto presente ai suoi genitori, partendo dall’esperienza di un suo amico.
Una battaglia solitaria quella condotta dai suoi genitori, così come rimarca il padre. Tutto questo fino alla morte per disidratazione, sopraggiunta a seguito dell’interruzione della nutrizione artificiale. Il suo caso divenne una lunga vicenda giudiziaria tra la famiglia sostenitrice dell’interruzione del trattamento e la giustizia italiana, divenendo anche un caso politico sul finire della vicenda.
Tanti gli ostacoli incontrati lungo il percorso per restituire a Eluana la libertà che tanto le stava a cuore, più di tutto. Del resto “vivere -ha concluso il padre- per lei, a quel punto, era una condanna. Non lo meritava. Ci ha lasciati da persona libera, così come vogliamo ricordarla”.