LECCE- C’è tra loro una conoscenza evidente, una frequentazione costante, per lo meno in ambito lavorativo. E non potrebbe essere altrimenti: entrambi sono docenti che appartengono allo stesso dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova e fanno parte dello stesso Consiglio del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Industriali, come testimoniano anche i numerosi verbali presenti in rete. Il punto, però, è che l’uno, Giuseppe Maschio, è il consulente di parte nominato dalla multinazionale Tap dopo che l’altro, Fabrizio Bezzo, è stato nominato perito dal gip del Tribunale di Lecce. E dovrebbero giocare, dunque, ruoli contrapposti o quanto meno indipendenti nell’ambito dell’incidente probatorio disposto sul gasdotto, la chiave di volta dell’inchiesta riaperta dopo la prima archiviazione. E’ per questo che si chiede ora al gip Cinzia Vergine di valutare l’opportunità di averli entrambi nel collegio. A farlo è stato direttamente il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che in mattinata ha depositato, per il tramite dell’avvocato Francesco Zizzari, richiesta di valutare la sostituzione di Bezzo.
Quella di Emiliano non è una ricusazione: non c’è tecnicamente incompatibilità tra i due docenti. C’è, tuttavia, una ragione di opportunità ad essere sottoposta al gip, a garanzia di trasparenza e terzietà, a fronte di ipotetici conflitti di interesse. Fabrizio Bezzo è professore associato in Ingegneria Chimica; Giuseppe Maschio è professore ordinario di Analisi del rischio nell’industria di processo e impiantistica di processo. Stessa sede universitaria, stesso dipartimento, stessa facoltà e consiglio didattico, si diceva, come anche stessi convegni, spesso. Ma c’è anche dell’altro: nel luglio 2010, Maschio ha fatto parte della commissione giudicatrice del Politecnico di Torino che ha ritenuto idonei, per i posti banditi come professori universitari di seconda fascia, due docenti, uno dei quali proprio Bezzo. Una conoscenza professionale di lungo corso, dunque.
Potrebbe avere ripercussioni sulla superperizia? Forse no, ma “perché non garantire al cento per cento trasparenza – è il ragionamento che si fa in Regione – visto il ruolo fondamentale dell’incidente probatorio nell’inchiesta?”. Sarà il gip ora a decidere se sostituire oppure no Bezzo, operazione che inevitabilmente farà slittare la consegna della perizia, prevista entro il 18 novembre, dopo la seconda proroga richiesta e concessa, a fronte di un termine iniziale fissato per metà agosto.
Non è cosa da poco quella perizia. Anzi, al momento è l’unica speranza per Regione, Comune di Melendugno e attivisti di fermare il gasdotto, visto che dal fronte politico uno stop non ci sarà. Servirà ad accertare se il gasdotto Tap e la condotta Snam che dovrà collegarlo a Brindisi vanno considerati come unica opera, perché, se così sarà, bisognerà ottenere una nuova Valutazione di impatto ambientale e dovrà essere applicata la normativa Seveso sul rischio di incidenti rilevanti. Unico appiglio per rimettere in discussione tutto.
Tiziana Colluto