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NoTap: “Dimettetevi tutti se gasdotto prosegue”. E’ già protesta

MELENDUNGO- Nel caso in cui Conte dovesse annunciare l’impossibilità di uno stop al gasdotto, da parte del Movimento noTap la richiesta sarà solo una: dimissioni di tutti i rappresentanti cinquestelle, a partire dalla ministra per il Sud Barbara Lezzi, votata con percentuali bulgare proprio nel collegio in cui ricade l’opera. Si preannuncia, altrimenti, una dura contestazione a tutto campo contro ogni esponente pentastellato. La protesta emblematica contro Lezzi all’università, quest’estate, ne è stato solo un assaggio, fanno sapere gli attivisti.

I sit in sono già iniziati: nel primo pomeriggio una nutrita partecipazione anche dei leccesi per quello organizzato organizzato dal Movimento noTap Brindisi nel porto dove in questi giorni è rimasta attraccata la nave che dovrà essere usata per i lavori nel mare di San Foca.

“Siamo stati convocati alla cieca e d’urgenza – dice il sindaco di Melendugno Marco Potì-. Se quella sarà l’impostazione di Conte, mi spiace, ribatterò che il governo sta facendo un errore tecnico-giuridico. E poi c’è anche una questione politica: non si può negare che tutti gli eletti che oggi sono a Roma insieme a me hanno negli anni sostenuto la contrarietà al gasdotto. È una spaccatura tra quanto pensa il governo e quanto pensano gli eletti. E ci sarebbe da trarne le conseguenze da parte loro: mi aspetto che battano i pugni, che facciano valere la volontà del territorio. Hanno ottenuto il 65 per cento delle preferenze a Melendugno, oltre il 40 per cento in tutta la provincia e non possono trincerarsi dietro il silenzio. I cittadini hanno riposto in loro le speranze di fermare il gasdotto. Da parte nostra, noi continueremo a contestare l’opera in tutte le sedi e in ogni forma possibile e riserveremo al governo Conte lo stesso atteggiamento avuto nei confronti dei precedenti, dei vari ministri Guidi e Calenda o della viceministra salentina Teresa Bellanova”. Insomma, si scaldano i motori della contestazione. Quando i lavori riprenderanno nel concreto, a San Foca, nei prossimi giorni, gli attivisti ritorneranno sul campo.

Anche perché a loro non resta molto altro: i tempi della giustizia sono lunghi, visto che il 14 novembre è fissata l’udienza dinanzi al Tar Lazio per discutere il ricorso del Comune contro l’esclusione del microtunnel sottomarino dalla Valutazione di impatto ambientale; la consegna della superperizia richiesta dalla Procura di Lecce, invece, avverrà probabilmente a ridosso del Natale.

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