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Tap, da lunedì possibile ripresa lavori. Parlamentari M5s chiedono sequestro

LECCE- Già da lunedì 1 ottobre, Tap potrebbe riprendere i lavori nel cantiere di Melendugno: il fermo per la pausa estiva scade, infatti, domenica e il 21 settembre la società ha preallertato gli enti. È proprio in vista di ciò che nella mattinata tre parlamentari del M5s, Lello Ciampolillo, Sara Cunial e Saverio De Bonis, nessuno dei quali salentino, hanno depositato in Procura a Lecce “una richiesta di sequestro del gasdotto”, in virtù “della mancata ottemperanza di varie prescrizioni poste a base dei relativi decreti attuativi”. “Hanno preferito un atto giudiziario ad un intervento politico, dimostrando di avere sfiducia nelle persone che loro stessi hanno voluto al governo”, ha attaccato Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

“C’è in piedi una mia ordinanza, che ritirerò solo all’esito del tavolo tecnico in Provincia sull’inquinamento della falda”, replica il sindaco Marco Potì, per il quale i lavori non possono avere inizio. Il riferimento è all’atto del 24 luglio scorso, con il quale è stato imposto il divieto di prelievo dell’acqua dei pozzi in località San Basilio, dopo le analisi Arpa che hanno documentato il superamento dei limiti di Nichel, Cromo, Arsenico, Vanadio e Manganese. Si attende che la Provincia rinconvochi la conferenza di servizi, mentre Tap fa sapere che nell’ultimo mese i valori del Cromo esavalente sono rientrati nella norma.

La multinazionale tira dritto, ritenendo comunque quell’ordinanza scaduta. “Non credo che esistano piani B – ha rimarcato in mattinata il managing director di Tap AG, Luca Schieppati, durante il corso dell’energy summit organizzato da 24 Ore eventi – . Siamo all’80 per cento del progetto complessivo in Grecia, Albania e Italia. Siamo pronti – ha aggiunto – a realizzare il microtunnel, un’opera molto semplice. La nostra volontà, nel pieno rispetto del dialogo, è di proseguire”. Sarà Saipem, con l’impiego di una “talpa”, a dover scavare il microtunnel dalla terraferma verso il mare. Tempi che la società vuole velocizzare e che non collimano né con quelli lunghi per la superperizia richiesta dalla Procura né con quelli altrettanto dilatati di analisi costi-benefici che il governo dice di aver avviato.

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