LECCE- Non sarà una cancellazione totale ma la seconda accoglienza, lo Sprar, subirà una scossa forte e nel Leccese i gestori lanciano l’allarme anche per la possibile perdita di circa mille posti di lavoro solo in questa provincia. Il decreto legge proposto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini nelle scorse ore ha avuto il via libera dal governo e prevede che i progetti di integrazione ed inclusione sociali propri del sistema Sprar vengano riservati esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati. Per i richiedenti asilo, invece, ci sarà posto solo nei centri a questi dedicati, i Cara.
Per i gestori Sprar leccesi, cooperative e associazioni soprattutto, si è voluto “delineare come forma emergenziale ed urgente” un sistema che invece “è ben organizzato”. Nel decreto i punti ritenuti più spinosi riguardano innanzitutto l’abrogazione della Protezione Umanitaria, “che priverebbe di fatto di un permesso di soggiorno tutte le vittime di tratta, tortura, migranti con disabilità, neo maggiorenni senza famiglia”, tuonano i gestori, per i quali, inoltre, il rischio è di abbassare “drasticamente la qualità dell’intervento”, visto che verrebbe per buona parte smantellata la rete di accoglienza nei Comuni a favore di “una privata gestita nei grandi centri nei quali non si darebbero servizi ma solo vitto e alloggio”, senza “corsi di lingua, senza corsi di educazione civica, senza comprendere realmente la loro situazione”.
“L’accoglienza non si improvvisa ma si crea formandosi quotidianamente”, rimarcano i gestori, che il 25 ottobre terranno un incontro pubblico a Lecce. La preoccupazione c’è e c’è anche l’altra faccia della medaglia: se per qualcuno sono un problema, di certo i migranti sono ricchezza per i territori che li ospitano. Non solo per i servizi e la manodopera da loro offerti, ma anche per i posti di lavoro, più di mille stando alle stime dei gestori, garantiti soprattutto a laureati salentini. Poi, c’è il finanziamento che rimane tutto nel luogo dove si fa accoglienza: affitti per le case ospitanti, acquisto di alimenti, vestiario, utenze, manutenzioni, corsi di formazione, pulizie, spese mediche e sanitarie, laboratori e tanto altro.