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Nuovo regolamento per Boncuri, Cgil: “paternità non è di Emiliano e Mellone”

NARDO’- Si è dovuti giungere alle soglie di ferragosto, nonostante se ne discuta da un anno, per approvare il regolamento relativo al campo di accoglienza di Boncuri, a Nardò, ma anche alla salvaguardia e alla prevenzione dello sfruttamento dei lavoratori migranti.

La Prefettura di Lecce fa sapere che è stata condivisa con i vertici delle forze dell’ordine la rielaborazione del documento, fatta in seno al tavolo provinciale sul lavoro stagionale in agricoltura, attraverso il gruppo costituito da organizzazioni datoriali e sindacali, Cir e gestore del campo, cioè la sezione Puglia della Conferazione nazionale delle Misericordie d’Italia. Il regolamento, “affisso negli spazi comuni”, “sarà tradotto nelle lingue inglese, francese e arabo”. Parte anche il servizio di trasporto pubblico dei braccianti, disposto giovedì dalla Regione Puglia. Un passo fatto dopo la doppia strage di lavoratori nel Foggiano.

Proprio per dire che la Puglia è anche altro, giovedì il governatore Michele Emiliano è giunto a Nardò, indicando Boncuri come modello a livello nazionale. “Un «modello» che se sarà tale, con buona pace di Regione e Comune, avrà una paternità ampia e condivisa – tuonano dalla Cgil -: non si dovrà rendere merito a due persone, ma a tutti i soggetti istituzionali, delle forze dell’ordine, delle parti datoriali, dei sindacati e del terzo settore che da febbraio siedono intorno al tavolo prefettizio per migliorare il sistema dell’accoglienza di braccianti stranieri. E se tale sistema potrà assurgere a “modello” sarà anche perché d’ora in poi l’accesso e la gestione del villaggio seguiranno un Regolamento nuovo, più rispettoso della dignità e dei diritti dell’uomo. Altro che «questioni di dettaglio», come il presidente della Regione ha frettolosamente liquidato la denuncia di Cgil e Flai”.

Il nuovo Regolamento, approvato giovedì pomeriggio, ha cancellato “ogni stereotipo razzista”, come lo definisce il sindacato, e regolamentato a norma di legge il sistema di sicurezza, proprio al fine di rendere la foresteria un vero luogo di accoglienza. Fuori dal campo, d’altronde, continuano a vivere in baracche di fortuna diversi migranti che a Boncuri finora non hanno avuto accesso.

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