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Obbligo di pesticidi, pioggia di ordinanze dai Comuni. La politica si divide

LECCE- Nei Comuni salentini si continuano a firmare provvedimenti contro l’obbligo di pesticidi disposto dal decreto Martina su Xylella. I sindaci di Sternatia e Scorrano, Massimo Manera e Guido Stefanelli, hanno adottato ordinanze contingibili e urgenti che vietano sul proprio territorio l’utilizzo dei fitofarmaci imposti da Roma. In questo modo salgono a sei le ordinanze, contando anche quelle di Nardò, Nociglia, Muro Leccese e San Michele Salentino.

Qui l’ordinanza del Comune di Scorrano: Ordinanza antipesticidi Comune Scorrano

A Galatone è stata fatta una scelta diversa ma ugualmente incisiva: è stata adottata una delibera di giunta in cui si esprime contrarietà al decreto Martina, si demanda al sindaco l’adozione di un’ordinanza che vieti l’uso “del mezzo chimico ad azione erbicida e di lotta all’insetto vettore del batterio Xylella fastidiosa”, stabilendo inoltre l’adesione al ricorso al Tar Lazio. Come argomentato dal sindaco Flavio Filoni, il decreto pubblicato il 6 aprile scorso “appare in contrasto con quanto previsto dallo stesso Ministero nel Piano di azione nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari” del 2014 (che stabilisce che “ai fini della tutela della salute e della sicurezza pubblica è̀ necessario ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari o dei rischi connessi al loro utilizzo nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, ricorrendo a mezzi alternativi (meccanici, fisici, biologici)”). “E la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) – aggiunge – aveva concluso che ‘la maggior parte dei modi in cui i pesticidi neonicotinoidi vengono usati rappresenta un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere’. Conclusione che poi ha comportato la messa al bando di 3 neonicotonoidi (imidacloprid, il clothianidin e il tiamethoxam)”. Dunque, Galatone ha “scelto un criterio di prevalenza e di precauzione per la salute pubblica. Ogni contrario richiamo alla ragion di stato non può essere anteposto a tale criterio primario”. La delibera verrà inviata anche al Ministero delle Politiche agricole “quale formale richiesta di revoca o modifica del Decreto con l’eliminazione di tali obblighi”.

Al ricorso al Tar partecipano anche i Comuni di Martano, Melendugno, Zollino e Salve e altri dovrebbero aggiungersi dopo l’incontro pubblico fissato per mercoledì 16 maggio a Melpignano.

Sul dibattito le posizioni politiche restano distanti. “Gli insetticidi previsti sono autorizzati non solo dal Ministero della Sanità, ma dalla Commissione Europea che affida all’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) il minuzioso controllo che viene svolto da un gruppo di scienziati altamente qualificati. Io mi fido di loro!”, dice l’europarlamentare Raffaele Fitto, che assieme a Paolo De Castro difende la scelta del sindaco di Lecce Carlo Salvemini, che non farà né ricorso né ordinanza.

Dentro Fi si registrano divergenze territoriali. Dal nord della Regione, il presidente del Gruppo consiliare Nino Marmo tuona: “La pseudo-cultura del ‘no’ a priori ha fatto galoppare la Xylella fino alle porte della Terra di Bari. Per questo, è indispensabile utilizzare i fitofarmaci e non vietarli, come ha fatto imprudentemente qualche sindaco”. A Lecce, invece, il coordinatore cittadino del partito, Cristian Sturdà, è di idea opposta, contestando duramente la scelta di Salvemini: a lui “rammentiamo – dice – che l’utilizzo di antiparassitari e anticrittogamici altro non fa che avvelenare un territorio già di per sé martoriato con pericolose ricadute anche per la salute di uomini e animali. Salti di gioia faranno i produttori di questi composti chimici, ai quali oggi abbiamo consegnato il mandato per risolvere il problema della Xylella, palesando il fallimento di Istituzioni e classe politica”.

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