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Inchiesta gasdotto, superperizia nel vivo: Tap schiera pattuglia di consulenti

LECCE- Una vera e propria pattuglia di cinque consulenti quella schierata dalla multinazionale Tap, a cui si aggiungono altri due per l’Avvocatura dello Stato. L’incidente probatorio sul gasdotto entra nel vivo e il primo passaggio è stata l’integrazione dei quesiti a cui la superperizia dovrà dare risposta.

Il nodo principale resta verificare se i gasdotti Tap e Snam (quest’ultimo collega il primo da Melendugno a Mesagne) siano da considerare come uno unico, benché frazionato. E se sì, se vada applicata la normativa Seveso sul rischio di incidenti rilevanti, ciò che rimetterebbe l’intera opera in discussione.

Nell’udienza fissata per le scorse ore, dopo il rigetto dell’istanza di revoca dell’incidente probatorio, il gip Cinzia Vergine ha accolto, si diceva, le richieste di integrazione. Quella avanzata dai legali di Tap chiede di accertare se, quand’anche l’opera dovesse essere considerata come unica, il terminale di Tap vada qualificato come “impianto Remi” e pertanto in ogni caso escluso dalla direttiva Seveso. Dall’altro lato, le persone offese hanno chiesto e ottenuto di far calcolare in ogni caso (sia se l’opera sarà definita come unitaria che come separata) il volume di gas che sarà contenuto nel Prt, il terminale di ricezione da realizzare nelle campagne melendugnesi, al confine con Vernole e Calimera.

Tre mesi di tempo: tanto avranno i periti per giungere a conclusione. Il gip ha confermato i nomi che erano già circolati: Fabrizio Bezzo, docente di Impianti Chimici presso l’Università di Padova; Maria Lionella, ordinario di Tutela del Paesaggio del Politecnico di Milano; dallo stesso centro arriva poi Davide Manca, del Dipartimento di Chimica. Tap ha scelto di affidarsi a Federico Boschi e a Giuseppe Maschio, degli atenei di Verona e Padova. Clara Risso, legale rappresentante di Tap, indagata, a Valerio Cozzani di Bologna e a Leonardo Tognotti dell’Università di Pisa, quest’ultimo consulente anche di Michele Mario Elia, country manager della società, affiancato da Maurizio Onofrio, che arriva da Torino. L’Avvocatura dello Stato, invece, schiera Dell’Oste e Pini.

Nomi di peso nel panorama accademico e non solo. Le persone offese, gli otto sindaci che hanno fatto riaprire l’inchiesta, scendono in campo con Dino Borri, ordinario di Ingegneria del territorio al Politecnico di Bari; Alessandro Manuelli, l’ingegnere che dall’inizio segue la questione; Giovanni Taveri, tecnico di Arpa Puglia. La Regione Puglia si è affidata al professore Bernardo Ruggeri del Poitecnico di Torino e a Barbara Valenzano, ingegnere a capo del Dipartimento Ambiente, già custode giudiziario dell’Ilva. L’ingegnere Antonio De Giorgi, invece, è il consulete del comitato No Tap Salento.

L’avvocato di Tap Francesco Paolo Sisto ha contestato la costituzione come persone offese di Regione, Comitato no Tap Salento e Vas onlus (Verdi Ambiente e Società), incontrando però l’opposizione del pm Valeria Farina Valaori. Richiesta respinta dal gip.

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