TARANTO- Nel tribunale di Taranto hanno rischiato di entrare indisturbate anche due pistole, oltre a cazzottiere, spranghe e a una ottantina tra coltelli, cesoie e forbici, molti nelle borse di donne e professionisti. «Il bilancio è spaventoso e conferma che era giunta l’ora di controllare in modo serio e regolare l’accesso al palazzo di Giustizia», commenta il presidente dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Di Maggio. E’ l’arsenale finito sotto sequestro in poco più di cinque mesi di attività di sorveglianza con scanner e metaldetector all’ingresso del tribunale di via Marche. Ne dà notizia proprio l’Ordine degli avvocati. «Un uomo portava con sé una chiave inglese di ferro lunga circa 30 cm per i bulloni delle ruote dell’auto. Altri due avevano addosso una cazzottiera, cioè un tirapugni di acciaio», hanno raccontato gli agenti privati che sorvegliano l’ingresso. Un professionista è stato fermato e denunciato perché in borsa portava una pistola. «Aveva solo il permesso per uso sportivo e non il porto d’armi. Si è giustificato spiegando che dopo l’udienza avrebbe dovuto portarla in armeria per una riparazione».
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