Politica

M5s, la rabbia degli esclusi: “vogliamo spiegazioni”. I portavoce comunali meditano le dimissioni

LECCE- Le parlamentarie probabilmente saranno un punto di non ritorno per il M5s. Di certo, lo saranno nel Leccese e nel resto della Puglia. Le acque erano evidentemente già agitate ma l’esclusione di diversi candidati, a cui non è stata data spiegazione alcuna dell’estromissione, è la goccia che sta facendo traboccare il vaso. Definitivamente.

Chiedono con forza di sapere, di conoscere nel dettaglio il motivo per cui a loro, attivisti storici e noti del territorio, sia stato impedito di essere votati per la corsa al Parlamento. I loro nomi sono scomparsi dalla piattaforma Rousseau all’apertura delle consultazioni online. E l’idea che si potesse trattare di un errore materiale, che sarebbe stato corretto da lì a poco, ha lasciato il posto a ben altra ipotesi: un colpo di mano per “epurare” coloro che in questi anni non si sono dimostrati allineati alle posizioni dei parlamentari uscenti, anche per favorire i loro fedelissimi. “È evidente – dice Caterina Vitiello – che qualcuno ha avuto il timore della competizione in termini di consenso sul territorio. E ha voluto imbavagliare per sempre la dialettica interna al Movimento salentino. Seppur risposte credibili non arrivano, continueremo a chiedere conto. Lasceremo il Movimento? È una valutazione che faremo. Di certo qualcuno ci ha accompagnato alla porta perché siamo teste pensanti”.

Nel pomeriggio di mercoledì, a Lecce, si sono ritrovati in una riunione d’urgenza tutti i consiglieri pentastellati dei diversi Comuni della provincia. Tra le proposte avanzate da chi ritiene quelle esclusioni un’ingiustizia, c’è anche quella delle dimissioni di massa dal gruppo consiliare del M5s. Stefano Alparone, consigliere a Brindisi ed ex candidato sindaco, ha annunciato una conferenza stampa di fuoco per domani.

Attacca Daniele Stefanelli, escluso anche lui: “È stata data la possibilità ai referenti locali di effettuare la scrematura e fare segnalazioni ad hoc che non avrebbe subito un controllo ulteriore, perché è impensabile che sia stato fatto su migliaia di profili in poche ore. Questo ha creato una condizione di vera e propria epurazione. Credevamo in un Movimento orizzontale e non verticistico. La nostra battaglia, ora, non è contro ma per il M5s. La porteremo avanti con educazione e con i mezzi della dialettica politica”.

Chi è rimasto al palo, comunque, sta provvedendo a consultare un legale, per capire se ci siano gli estremi per una class action a livello civile o la denuncia per diffamazione a livello penale, viste anche le parole, pesanti, del candidato premier Di Maio, che ha bollato gli esclusi come dissidenti, infiltrati, militanti di altri partiti.

“Noi – dice Mario Giugno – vogliamo un confronto con i referenti che sono stati delegati a fare la cernita, la scrematura, l’epurazione. Queste persone si sono defilate e non sono reperibili. Intendo i parlamentari uscenti, i consiglieri regionali, tutta la filiera che al momento rappresenta il Movimento a livello istituzionale”.

Il nodo è politico: le esclusioni sono figlie di segnalazioni inviate dal territorio allo staff milanese. Chi le ha fatte? E sulla base di quali criteri certi? Circola un sms, attribuito alla capogruppo in Consiglio regionale Antonella Laricchia e inoltrato a diversi attivisti: si chiede di “scoraggiare il più possibile le graticole per il motivo per cui, come niente, potrebbero diventare ricettacolo di personaggi strani e finire per essere strumentalizzate dai media. Aiutatemi a passare questo messaggio con cautela, se potete. In alternativa, se vengono individuati dei candidati pericolosi, ci invitano a inviare segnalazioni ai seguenti indirizzi mail, a seconda dei collegi su cui insistono i candidati da segnalare”. Per Lecce è riportata la mail di Fabio Valente, consigliere a Palazzo Carafa. “Questi referenti collegiali – è precisato – hanno il solo scopo di raccogliere le segnalazioni che saranno inviate allo staff di Di Maio senza nessuna ulteriore valutazione”.

Il dubbio ora, si diceva, è che qualcuno abbia cavalcato l’occasione per fare piazza pulita dei non allineati.

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