LECCE – Il grande successo dello street food viene riconosciuto anche dalla manovra finanziaria 2018 che ha dato il via libera al cibo di strada fatto dagli agricoltori che potranno vendere direttamente i propri prodotti, anche derivati da processi di manipolazione o trasformazione e pronti per il consumo. Pucce con hamburger di Angus rigorosamente salentino, panini con salsiccia di cinghiale e capocollo, pizze e panzerotti fritti in salsa barese, pesce fritto, bicchieroni di frutta di stagione sono la ricca offerta delle imprese agricole di Campagna Amica, il tutto innaffiato con vino e birra artigianale. La Puglia con 271 aziende è seconda solo alla Lombardia nella classifica nazionale – rivela Coldiretti Puglia – delle regioni dove la ristorazione ambulante è maggiormente presente.
“Ogni occasione è opportuna e utile per sostenere le eccellenze delle nostre aree rurali – dichiara il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e presentare al mondo il nostro modello di sviluppo agricolo, la qualità delle nostre produzioni e le grandi potenzialità del cibo e di tutto il Made in Italy. Il nostro agroalimentare è il più apprezzato, ma anche il più copiato nel mondo e lo street food proposto dalle imprese agricole è una storica opportunità per far conoscere le nostre produzioni autentiche che nascono da un territorio unico ed inimitabile. Valorizzare l’identità culturale dei centri storici è importante per gli abitanti ma anche per i tanti turisti italiani e stranieri che quando arrivano nelle città si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza Made in Italy, conquistata con la distintività, la biodiversità e il legame con il territorio”.
Quasi due italiani su tre (65%) consumano street food. Il cibo della tradizione locale è, peraltro, il preferito (81%), mentre il 13% sceglie quello internazionale come gli hot dog e il 6% i cibi etnici come il kebab. Anche gli stranieri vanno matti per il cibo da strada made in Italy, il 62% fa «food shopping» e a cercare il cibo tipico tricolore sono soprattutto i russi (87%).
“Il cibo è certamente divenuto – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – infallibile leva di comunicazione verso i turisti nazionali ed internazionali. Il successo di una vacanza oggi dipende dal cibo (35%) che batte la visita a musei e mostre, (29 per cento), lo shopping (16 per cento), la ricerca di nuove amicizie (12 per cento), lo sport (6 per cento). Il turismo enogastronomico è il vero traino dell’economia turistica pugliese caratterizzato da 60 milioni di ulivi di cui quasi il 50% monumentali, 251 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 9 prodotti DOP (5 oli extravergine, il Pane di Altamura, il canestrato pugliese, la mozzarella di bufala e l’oliva Bella di Cerignola) e 29 vini DOC, oltre a pregevoli masserie storiche, le più belle d’Italia. Ciò testimonia che il turismo pugliese non è solo mare, piuttosto volano per lo sviluppo di tutto il territorio, elemento di promozione del paesaggio, della cultura e degli stessi prodotti agroalimentari locali”.
Una opportunità importante alla vigilia delle celebrazioni dell’anno del ‘cibo italiano nel mondo’ per qualificare l’offerta delle città minacciata – sostiene la Coldiretti – dalla banalizzazione e dall’omologazione, ma anche per difendere l’identità alimentare nazionale che rischia di sparire dalle strade e dalla piazze invase dal kebab al sushi, dalla frutta fuori stagione come le caldarroste congelate disponibili durante tutto l’anno.