UGENTO- Il Comune di Ugento incalza il governo per lo sblocco dei fondi per i monitoraggi sulla discarica di Burgesi: il cronoprogramma dettagliato delle analisi stilato in estate con la Regione, infatti, rischia di saltare o di essere rallentato se Roma non accredita a Bari il milione di euro già stanziato.
La vicenda ritorna di attualità, dopo la dura diffida fatta dal Dipartimento regionale Mobilità il 20 novembre scorso a Monteco e di cui ha inviato comunicazione anche alla Procura di Lecce. Il nodo principale riguarda “l’impossibilità di procedere ai campionamenti in modalità statica delle acque sotterranee a causa delle opposizioni del gestore”, come comunicato da Arpa alla Regione e su cui il gestore ha ribattuto. La stessa Arpa ha fatto sapere che nel frattempo potrebbe essere più semplice la ricerca dei 600 fusti di Pcb probabilmente sotterrati nella pancia della ex discarica, in quanto i lotti sono separati idraulicamente l’uno dall’altro e quindi si potrebbe riaprire il terzo, cioè quello indicato dall’imprenditore Gianluigi Rosafio, autoaccusatosi dello sversamento illecito.
L’attenzione è alta. E il Comune non vuole fare sconti. A dicembre è prevista una nuova fase di monitoraggio, dopo quella tra agosto e ottobre, conclusasi con il rapporto inviato da Arpa a Bari contenente diverse criticità e il bollino della non conformità all’ottemperanza di diverse prescrizioni imposte dall’Autorizzazione unica ambientale.