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Tap, pronto ricorso contro la zona rossa. Mille in corteo contro il daspo agli attivisti

MELENDUGNO – Si stanno muovendo con discrezione, ma hanno intenzione di bussare ai tribunali diversi proprietari di terreni che ricadono nella zona rossa istituita a Melendugno per il cantiere del gasdotto Tap. Nei prossimi giorni, dovrebbe essere depositato il loro ricorso contro l‘ordinanza del Prefetto Claudio Palomba che per trenta giorni, prorogabili, assegna un pezzo del territorio nella disponibilità delle forze di polizia, rendendo possibile l’accesso solo ai proprietari e titolari di diritti reali sui fondi e muniti di apposito pass.

Il provvedimento è in vigore dalla notte tra il 12 e il 13 novembre. Il Comune di Melendugno, in caso di impugnazione, annuncia che si costituirà accanto ai cittadini “ad adiuvandum”. Non solo questo, però. Si medita anche un esposto in Procura, per presunta lesione di diritti fondamentali, in primis quello di proprietà, visto che alcuni hanno verificato personalmente che su propri fondi sono in corso lavori per cui non solo non si è mai dato il consenso ma non si è mai stati neppure informati. Si tratta, soprattutto, della costruzione del muro di protezione della zona cuscinetto e di depositi temporanei di mezzi e altro materiale della multinazionale Tap. Se tutto questo sia legittimo vorrebbero saperlo da un giudice.

Intanto, la protesta non si arretra. Sono state all’incirca mille o poco meno le persone che nel pomeriggio di mercoledì hanno sfilato per le strade di Carpignano Salentino, in segno di solidarietà ai due giovani colpiti da “Daspo”, più tecnicamente un foglio di via, che impedisce di accedere al territorio di Melendugno per i prossimi tre anni. Un manifestante è di Carpignano, l’altro è di Lecce ma con residenza nel Foggiano. Sono accusati di aver impedito, il 24 ottobre scorso, il transito di un’auto con personale di Tap, sbarrandole la strada.

Per chi ha manifestato nelle scorse ore a Carpignano, si tratta di provvedimenti “che colpiscono uno per educarne cento”. Questo, a loro avviso, il tenore perché durante le proteste erano presenti molte più persone. È il motivo per cui in tanti sono scesi in strada.

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