BARI – Come si risolve il problema delle tre poltrone che non bastano per i quattro candidati? Aumentandole. E’ quanto potrebbe accadere presto in quel di via Capruzzi se l’ipotesi che circola in queste ore dovesse trovare terreno fertile in tutti i partiti. Parliamo del Co.re.com, l’organo di garanzia che, da cinque componenti, è stato ridotto a tre, da una legge regionale approvata nel 2012. La scelta dei tre nuovi rappresentanti, però, ha creato un pasticcio inenarrabile, portando l’aula a congelare il voto perché il tiro mancino di alcuni, celati dal voto segreto, ha mandato gambe all’aria gli accordi tra maggioranza e opposizione.
Resi vani tutti i tentativi di accordo tra le parti, nelle ultime ore è circolata un’altra ipotesi: ritornare a cinque componenti. In questo modo – pensano gli eletti di via Capruzzi – il problema si elimina e si eleggono tutti i contendenti. Follia? Per alcuni dei consiglieri – non ancora raggiunti da questa novità – sì: per tornare a cinque componenti bisognerebbe cambiare la legge. Ma la procedura è alquanto anomala considerato che l’Aula si è già espressa, congelando un voto già verbalizzato (e che ha eletto il presidente uscente che, sempre per legge, non sarebbe eleggibile).
Il mandato di sondare il terreno è stato affidato al capogruppo del Pd, Campo. Difficile pensare che per il mediatore la strada sarà liscia, non fosse altro per il fatto che creerebbe un caso nazionale, gettando una luce non certo brillante sul parlamentino pugliese.
Il moltiplicarsi delle poltrone non è una prassi rara in quel di Bari. Basti pensare ai 139 enti ritenuti indispensabili (nel 2012 erano 112) e che dovrebbero discutere di argomenti strategici della Puglia: la tutela dell’asino di Martina Franca, il tavolo tecnico sul telelavoro, giusto per fare un paio di esempi. Spesso – non sempre – prevedono anche dei gettoni di presenza. E quelli che non lo prevedono, come l’Osservatorio per il gioco d’azzardo, dal 2013 non s’è ancora mai nemmeno insediato.
