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L’ultimo saluto a Noemi, il Vescovo: “hai cercato l’amore, hai trovato la morte”

L’omelia del Vescovo, Monsignor Vito Angiuli, durante la celebrazione dei funerali di Noemi Durini:

“Siamo tutti costernati e increduli di fronte a quanto è accaduto. In un momento come questo è difficile pronunciare parole che possano scendere nel cuore e lenire la sofferenza. Forse solo il silenzio, le lacrime e la preghiera sono gli atteggiamenti più consoni per sopportare il peso della morte improvvisa di una adolescente che si stava aprendo alla vita.

Il silenzio è come una carezza. La morte rimane un mistero che solo il silenzio è capace di accogliere. Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di toccare l’invisibile e toccare Dio che è silenzio che si può ascoltare ovunque.

Le parole ingannano, mistificano, illudono. Soprattutto in amore il silenzio vale più di ogni discorso. Le lacrime ci riconsegnano almeno in parte la persona amata. Si può dimenticare la persona con cui si ride, ma non quella per cui si è pianto.

Quanta delicatezza è necessaria davanti al dolore altrui. La lacrime sono una forma silenziosa di preghiera. Vi invito a vivere in questo momento di dolore questi tre atteggiamenti: il silenzio, le lacrime e preghiera. In quale altro modo potremmo sopportare il peso di questo tristissimo avvenimento?

All’inizio a abbiamo sperato che tutto potesse risolversi nel migliore dei modi. La speranza di ritrovar Noemi è rimasta sempre intatta. Cosa potrebbe fare un genitore se non sperare che la propria figlia adolescente possa tornare a casa?

Poi all’improvviso il triste presagio si è avverato. Stentiamo ancora a crederlo. Ma la brutalità dei fatti è incontrovertibile. Morire a 16 anni, nell’età dei sogni, dell’apertura alla vita, ricerca del vero amore, un filo spezzato prima ancora di esser completamente dipanato, un fiore reciso prima ancora di essere sbocciato.

La triste verità si sta facendo strada. La comunità cristiana si rivolge direttamente a voi genitori: in un momento come questo è difficile tenere a freno il rancore e l’amarezza.

È possibile nutrire astio e risentimento nei confronti di chi vi ha portato via troppo presto vostra figlia. È un evento destabilizzante, devastante. La morte ci lascia sgomenti, privi di parola, viene quasi la voglia di negare la realtà.

Ogni genitore si aspetta che i figli sopravvivano alla propria morte. Sopravvivere alla morte dei figli è quasi morire con loro, forse più lentamente, ma non meno dolorosamente.

Per questo cari genitori e familiari di noemi, vi siamo vicini, ci sentiamo partecipi al vostro dolore. Si è generata una sorta di comunanza e compassione. È nata una spontanea sintonia che ci invita a riflettere, a interrogarci, a cercare il senso di questa vita spezzata troppo presto. Siamo consapevoli che la pietà umana che proviamo è giusta ma non basta. Il vostro dolore ci appartiene.

Pressante invito a porci interrogativi che non possiamo illudere e mettere sotto silenzio. Ciò che è accaduto a vostra figlia potrebbe succedere ad altre.

Mi rivolgo direttamente a voi cari giovani: con tono accorato, a nome di noi adulti, vi supplico, aprite il vostro cuore, svelateci i vostri sentimenti. Anche quando sembriamo incapaci di capirvi, non chiudetevi nella solitudine del vostro mondo. Affrontate con coraggio la vita. Siete immersi in una società difficile e complessa, ma non scoraggiatevi, i vostri sacrifici non saranno infruttuosi. Appoggiatevi al nostro braccio. Camminando mano nella mano arriveremo alla meta.

Mi rivolgo a te cara Noemi, a nome di tutti, con il nodo in gola ti dico che vorremmo sentire ancora la tua voce, chiederti di spiegarci… hai cercato questo amore, hai trovato la morte. Ma dio , ne siamo certi, ti ridona la vita. Mentre siamo raccolti in preghiera accanto al tuo corpo inerte sembra quasi si ripeta accanto a noi quanto abbiamo ascoltato del vangelo secondo Luca, sulla morte del figlio unico della madre vedova. Gesù avvicinandosi al feretro tocca la bara e con la sua parola divina tocca il feretro e resuscita il figlio restituendolo alla madre.

Muore il corpo, non l’anima. Anzi, anche il corpo resusciterà. L’affetto e la preghiera sono le vie per comunicare con i nostri defunti. Agli occhi degli stolti sembra che muoiono, ma essi sono nella pace.

Questa fede ci dà la certezza che Noemi è stata afferrata dall’amore di Cristo. Stretta tra le sue braccia ha finalmente scoperto e sperimentato l’amore che invano ha cercato in questa vita. Cara Noemi, ora possiamo dire che hai incontrato il vero amore, Cristo risorto, il tuo amore, la tua gioia, la tua vita eterna. Ed è proprio lui, come un vero innamorato, a sussurrarti dolcemente al cuore le ultime parole, proprio quelle che hai postato sul tuo profilo Fb, le parole che proprio lei stessa aveva scritto sulla pagina Fb. È Gesù che dice che tu meriti molto amore.

Anche la mamma di Noemi tenta di mettere da parte, con fatica, la profonda commozione per dire a tutti che sua figlia “pur essendo morta, ha vinto perché non provava odio. Sappi Noemi che la tua mamma ti proteggerà sempre: l’odio non esiste, non ci appartiene, porta solo alla violenza”.

Anche Don Toni Coluccia, che ha preso parte alla celebrazione su invito della mamma di Noemi, prega la comunità di non dimenticare “perché Noemi vive -ha detto- deve vivere nelle nostre coscienze, è questo l’impegno civico che dobbiamo assumere. Quante Noemi ci vogliono ancora nelle nostre famiglie? Abbiate il coraggio di comunicare: non abbiate paura, la vita è un dono“.

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