BARI – L’avvocato Francesco Paolo Sisto parla a nome della Regione Puglia e chiede agli enti locali, Comuni e Provincia, di presentarsi come un unico fronte legale nella battaglia difficile contro le trivelle. L’Avvocatura regionale è a lavoro per mettere a punto i dettagli del ricorso con il quale si impugneranno – questo è certo – i due decreti con i quali, il 31 agosto scorso, è stato dato il via libera alla ricerca di petrolio nel mar Ionio, ad appena 13 miglia (circa 25 km) dalla costa di Leuca. Provincia e Comuni, però, si sono già affidati a tre distinti studi legali. Da Bari fanno intendere che viaggiare in ordine sparso, in questo caso, potrebbe essere controproducente, visto che già in passato i giudici amministrativi hanno dato ragione al Ministero dell’Ambiente, non ostacolando alcun permesso rilasciato.
La Global Med, società con sede nel Colorado, ha messo gli occhi su uno specchio acqueo di 744 chilometri quadrati, su cui è stata accordata dal Ministero di Gian Luca Galletti, d’accordo con quello ai Beni Culturali, la compatibilià ambientale all’impiego di analisi sismiche 2D, vale a dire la tecnica dell’air gun per capire se sotto il fondale ci sono riserve di petrolio, che si presume ci siano come prolungamento di quelle sulla terraferma in Basilicata.
La battaglia, però, non sarà e non potrà essere solo giudiziaria. Si affina anche quella politica, attraverso la redazione di una proposta di legge da presentare a Roma per bloccare proprio la tecnica tanto discussa.