Politica

Al via l’Emiliano bis: sì ufficiale al rimpasto. Senza sorprese, entrano in 3

BARI – I giochi sono chiusi: la nuova squadra che affiancherà il governatore nell’Emiliano bis, c’è.

Dopo settimane di voci, colpi di scena e pezzi di puzzle che non combaciavano, le deleghe sono state tutte assegnate e i nuovi assessori, così come ampiamente anticipato, hanno suggellato con la firma l’accordo raggiunto.

Michele Mazzarano, sin qui capogruppo del Pd, è il nuovo assessore allo Sviluppo Economico. Filippo Caracciolo regge, da oggi, l’Ambiente, mentre Alfonso Pisicchio terrà le redini dell’Urbanistica lasciata da Annamaria Curcuruto che ora prende in carico i Lavori Pubblici, dopo le dimissioni del collega. I Trasporti, invece, anche questi lasciati dall’ex assessore Gianni – tornato in aula ma tra i banchi dei consiglieri -, sono stati affidati ad Antonio Nunziante (un ramoscello d’ulivo teso dal governatore, dopo le piccate richieste dell’ex prefetto di contare un po’ di più). Restano al proprio posto: Loredana Capone, al Turismo e alla Cultura, Salvatore Negro al Welfare, Sebastiano Leo alla Formazione e al Lavoro, Raffaele Piemontese al Bilancio e Leonardo Di Gioia all’Agricoltura. La Sanità è sempre nelle mani del presidente. Sale, dunque, a dieci il numero degli assessori, restano due le donne.

Ma fino all’ultimo si è faticato a trovare la quadra. Lo scoglio era la divisione delle deleghe tra Capone e Mazzarano, entrambi ambivano alle stesse e per trovare la quadra ci è voluta una lunga opera di tessitura da parte degli uomini del presidente. Ma alla fine il tetris è stato completato. Ora si riapre la partita per la presidenza della Commissione Ambiente – dovrebbe essere occupata da Domenico Santorsola in turn over con Caracciolo – e il ruolo da capogruppo del Pd: in lizza Amati, Campo e Blasi anche se quest’ultimo si tira fuori.

L’esecutivo, subito a lavoro, ha dato il via libera all’assestamento di  Bilancio: dei 100 milioni di euro che la giunta contava di spendere, ne sono rimasti poco meno di 30. la Corte dei Conti infatti, nei giorni scorsi, ha congelato 80 milioni del tesoretto perché, a parere dei magistrati, non spendibili. Sinché, dunque, non sarà chiarita la vicenda, la cifra da spendere è drasticamente ridotta e sarà così impiegata: 5 milioni di euro andranno all’Arif per coprire il fabbisogno dei dipendenti, altri 5 andranno a Centri per l’impiego e 10 ai passivi perenti, cioè alla riscossione delle obbligazioni. Poi una pioggia di piccoli finanziamenti: 500 mila euro a testa andranno ai canili, al Teatro Pubblico Pugliese, 600 mila all’Avvocatura e a Pugliapromozione, 1 milione alle opere idrauliche e 1 alla Protezione civile,  200mila euro alle biblioteche e ai musei delle ex Province. Manovra blindata per i consiglieri che, sino all’eventuale sblocco degli 80 milioni di euro, potranno limitarsi solo all’approvazione della legge, prevista per il 31 luglio prossimo.

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