Cronaca

Malati di gioco, in cura 143 pazienti “si può guarire, chiedeteci aiuto”

LECCE- Gratti. E perdi. È “il banco a vincere. Sempre”. Ma in pochi se ne rendono conto in tempo, ancora. I malati di gioco nel Salento crescono. “Il picco deve ancora arrivare”, assicurano i medici. Ma intanto già 143 persone sono seguite dal Dipartimento per le dipendenze della Asl di Lecce e le richieste di aiuto continuano ad aumentare. Ma chi sono? E fin dove si spingono?
Per capirlo andiamo a San Cesario, nella sede del Sert. E’ qui che da giugno è attivo uno dei due centri del Servizio sperimentale trattamento gioco d’azzardo (l’altro è a Muro Leccese),la trincea specializzata a rompere la catena della dipendenza. Il direttore del Dipartimento Dipendenze patologiche della Asl, Salvatore Della Bona, ci fa vedere la struttura, discreta alla periferia del paese. Due stanze per i colloqui, fra non molto ci si dovrebbe trasferire al primo piano e dedicare un’intera ala alla ludopatia.

“Interveniamo su situazioni più disparate – dice il medico – perché ci sono il giovane 18enne e l’anziano ultrasettantenne. Per quanto riguarda il sesso, il rapporto è simile a quello delle altre dipendenze, come le tossicodipendenze: 11 per cento donne e 89 per cento uomini. La fascia d’età più interessata è soprattutto quella compresa tra i 30 e i 50 anni. Ecco, se mai si può tracciare un identikit del giocatore d’azzardo leccese è un adulto maschio compreso tra i 30 e i 50 anni. Ma poi ognuno ha la propria storia, il proprio vissuto, le proprie sofferenze”.

Al  momento, a parte i Sert aperti tutti i giorni, i servizi sperimentali sono attivi solo una volta alla settimana: il lunedì a Muro, il giovedì a San Cesario. Si attende l’implementazione dell’organico: alla Puglia spettano 3 milioni di euro per rafforzare le equipe, attualmente composte da medico, due psicologi, un educatore, un assistente sociale e un legale.

Si cercano “alleati” sul territorio: i medici e i pediatri di famiglia prima di tutto, ma si pensa anche ai parroci. Si collabora con le scuole, i bambini a fare da educatori ai grandi. I servizi sociali a volte sono in ritardo. Quasi sempre si arriva a chiedere aiuto solo quando la famiglia ormai è sul lastrico, distrutta.

Donne al Gratta e vinci e al Bingo, uomini alle slot, ragazzini sempre più preda dei giochi online. Un fenomeno che si conosce ma che non si vuole ancora affrontare come si deve. Eppure, la certezza c’è: di gioco si può guarire.

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