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Lupiae servizi, dipendenti sul piede di guerra: dura lettera al sindaco e assessori

LECCE- “Caro sindaco, buona campagna elettorale. Noi andiamo per la nostra strada. Sono sul piedi di guerra i lavoratori AMMINISTRATIVI LUPIAE APPARTENENTI a CONFINTESA-TuCS , che in una lettera aperta al primo cittadino Paolo Perrone e agli assessori prendono atto“, si legge nel comunicato ufficiale, dell’insensibilità degli attuali amministratori ai problemi dei lavoratori che fin dal 2009, con lo spauracchio dei licenziamenti, sono chiamati a fare sacrifici per la LUPIAE SERVIZI spa.
“Lei, continuano, non ha molto chiara l’idea di come vengano gestiti i rapporti di lavoro dei dipendenti. eppure non dovrebbe essere così, dal momento che , da Sindaco del Comune di Lecce, socio unico della LUPIAE SERVIZI spa, aveva e ha il diritto e l’obbligo del controllo. Sostenere, come lei ha fatto, che il numero di lavoratori che non hanno sottoscritto il contratto di riduzione del rapporto di lavoro da full-time a part-time è sparuto al confronto del numero complessivo dei dipendenti LUPIAE; significa dimenticare che gli interessati dall’accordo del 30 maggio 2016 non sono tutti i dipendenti, ma solo quelli addetti ai servizi amministrativi per la cittadinanza e che quel gruppo sparuto ne rappresenta circa un terzo. Caro sindaco, concludono, non porta da nessuna parte chiudere gli occhi di fronte al vero problema della Lupiae: DISORGANIZZAZIONE, IMPRONTITUDINE GESTIONALE, come emerge dalla semplice lettura del c.d. Piano Industriale“.

“Il Sindaco Perrone ha preferito non rispondere alla richiesta di verificare attraverso una indagine interna se alla Lupiae fossero in atto comportamenti ritorsivi verso quei lavoratori che hanno ritenuto di non sottoscrivere il contratto di trasformazione da full time a part time. Un comportamento vessatorio, dice Antonio Rotundo, presidente della Commissione controllo a Palazzo Carafa, da parte della società verso i 18 lavoratori con nome e cognome sui 60 amministrativi che non hanno firmato il contratto.  Tutto ciò è particolarmente inaccettabile perche a fare i sacrifici sono solo e sempre i lavoratori, i salari dei quali scendono mentre quelli dei dirigenti crescono – come è evidente nella foto – sino ad arrivare ad oltre 100mila euro annui. Che tutto ciò accada in una azienda totalmente partecipata dal Comune, conclude rotundo, e’ veramente insopportabile”.

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