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Xylella, dà i suoi frutti la sperimentazione targata Scortichini

VEGLIE- Solo 2 anni fa quest’uliveto a Veglie, ad oggi campo sperimentale nella lotta al dissecamento, era stato condannato a morte. Ma la differenza, visibile ad occhio nudo tra i filari di alberi sui quali si è tentato di correre ai ripari con studi, monitoraggi e cure e quelli che non hanno beneficiato di tutto questo parla da sè.

Informare, mobilitarsi, continuare a lottare per individuare soluzioni e affrontare un problema che sta causando danni enormi all’ olivicoltura pugliese e salentina: questo l’obiettivo che in mattinata ha visto schierarsi compatti nei campi sperimentali di Veglie e di Nardò, CIA Agricoltori Italiani della Puglia e TerraNostra (studio associato tecnico agro-ambientale e di ingegneria), con un incontro pubblico, di carattere scientifico-divulgativo per fare il punto della situazione.

Sebbene non ci siano report ufficiali di conferma, la notizia di un ceppo del batterio che in Spagna sembrerebbe mietere vittime anche in viticoltura ha messo nuovamente in allarme i salentini. Ma su questo tema, ad oggi, i risultati dei monitoraggi nel Salento rassicurano gli animi. Se così fosse stato, infatti, i primi danni sarebbero stati visibili già due mesi dopo.

La Cia-Agricoltori Italiani di Puglia positiva l’apertura della Commissione Europea alla possibilità di reimpianto di nuovi uliveti nell’area infetta da Xylella, cioè nei territori in cui il batterio risulta endemico. “Lo abbiamo chiesto insistentemente– affermano- adesso la speranza è che l’ipotesi diventi realtà”.

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