LECCE-La vittoria del Sì al prossimo referendum eliminerebbe il Senato, per cui potrebbe aprire la strada a Dario Stefano come candidato sindaco, passando anche dalle primarie. Il gruppo Bellanova, ad ora, si dimostrerebbe disponibile anche alla consultazione dei militanti, avendo acquisito, tra i sostenitori del 4 dicembre, il consigliere regionale Sergio Blasi, ma la volontà sarebbe quella di portare a casa un candidato esterno e condiviso anche da Udc, per togliere dalla corsa per Palazzo Carafa il senatore ex vendoliano.
Dall’altra parte, i seguaci dalemiani, rappresentati dalla ditta Abaterusso, Piconese e Marra, sono certi di stravincere con il No in tutto il Salento e rivendicare che “il partito siamo noi e decidiamo, gli altri valutino se restare o uscire”.La verità è che il referendum è una doppia partita, quella nazionale di Renzi e quella locale per la gestione del partito. Il no potrebbe quindi agevolare lo stesso Stefano dandogli, contemporaneamente, il paracadute nazionale per la non eliminazione del Senato, mentre l’eliminazione di quest’ultimo potrebbe portare sul suo nome anche l’onorevole che, tra gli uscenti, avrebbe un concorrente in meno nella corsa per la Camera dei Deputati.
Per gli “stefaniani” non ci sono più le condizioni per un candidato della società civile dopo “l’affaire Prete”, poiché in sostanza dicono: “abbiamo perso l’attrattiva, per cui non si può che pensare ad un politico condiviso anche dall’Unione di Centro, la stessa Udc che non ostacolerebbe la corsa sempre del senatore”.Se da una parte i democratici di Lecce città, rappresentati in Comune da Paolo Foresio, sono certi che il risultato referendario altro non farà che inasprire i toni, come già detto, per i seguaci del No, sarà un acuirsi inutile perché il voto segnerà chi controlla realmente elettorato e partito di Lecce.
Lacarra domani ascolterà ma, pur se inevitabilmente renziano, chiederà di attendere la fatidica data del 4 dicembre.