Politica

Referendum, Finocchiaro contro Emiliano: “Il Pd che vota no se ne assume la responsabilità”

LECCE-  La bacchettata ai compagni di partito “che si mettono di traverso schierandosi per il no”, Michele Emiliano in primis, e poi il passaggio che tocca più da vicino il territorio: la riforma del Titolo V della Costituzione. Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari istituzionali del Senato, arriva a Lecce per promuovere il sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Con lei, al tavolo dell’Hotel Patria, in mattinata, Giovanni Pellegrino, presidente del comitato provinciale “Salento per il sì”.
In sala la platea è quasi tutta riconducibile al Partito Democratico. C’è anche qualche altro volto noto, come l’addetto stampa della multinazionale Tap. Ed è proprio il gasdotto l’esempio che Anna Finocchiaro cita: “vi pare che per costruirne uno sia necessario passare anche da un ordinamento regionale?”, dice. A suo avviso, il fatto che le competenze per settori come sanità, energia, ambiente, infrastrutture ritornino esclusive nelle mani dello Stato non è un modo per esautorare i territori: il contrappeso starebbe nella nuova configurazione del Senato.

“Questa riforma – ha aggiunto – è la migliore transazione possibile nelle condizioni date. Dopo 30 anni di tentativi andati a vuoto, non possiamo rinunciare alla possibilità di sperimentare un modello nuovo”. Ecco perché la stoccata ai compagni democratici, il governatore pugliese primo tra gli altri: “li condannerà la storia”.

Anche tanti altri i temi toccati: “questa riforma è figlia del parlamentarismo – ha detto Finocchiaro – e non a caso il testo originario è stato profondamente modificato e votato in Senato da tutti i partiti di maggioranza e dal più grande dell’opposizione, Fi”. L’addio al bicameralismo perfetto è ritenuto la chiave di volta per dare stabilità ai governi e maggiore capacità al Parlamento di legiferare: “è un sistema imperfetto, scelto all’epoca dalla Dc che temeva la vittoria dei comunisti – ha continuato la senatrice siciliana – perché anche ai perdenti avrebbe garantito una posizione di rendita”.

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