Cronaca

Rapina nella stazione di servizio, in carcere 42enne

LECCE- Cosimo PALMIERI, 42ENNE leccese già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce come l’autore della rapina violenta, commessa con un’altra persona il 9 agosto scorso ai danni del titolare della stazione di servizio “ Q8”, sulla Strada Statale Lecce- Maglie.
Quel pomeriggio d’estate due soggetti, a bordo di un’Alfa Romeo 147 con una targa sovrapposta, si avvicinarono alla vittima; mentre uno restò alla guida, il complice scese e aggredì la vittima riuscendo a sfilargli il portafogli dalla tasca del pantalone. La somma sottratta ammontava a 400,00 Euro. Le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato presso la stazione di servizio sono state utili alle indagini.

Il giorno successivo, una pattuglia della Squadra Mobile rintracciò l’autovettura con la quale era stata commessa la rapina, notando che i due soggetti che erano a bordo corrispondevano alle descrizioni fisiche fornite dalla vittima e a quelle rilevate attraverso i filmati.

PALMIERI era alla guida ed un cittadino marocchino era il passeggero. Durante la perquisizione effettuata nell’abitacolo, gli agenti trovarono un coltello in acciaio a punta, una mannaia, una manica di maglietta legata ad una estremità con due fori per gli occhi, da usare tipo passamontagna. PALMIERI indossava sul collo parte di una maglietta, probabilmente da utilizzare per coprirsi il volto ed inoltre, all’altezza dell’avambraccio, indossava un manicotto che copriva un tatuaggio. L’atteggiamento dei due ha destati il forte sospetto che stessero per commettere un’altra rapina. Lo stesso PALMIERI, vistosi scoperto, fece parziali ammissioni sul suo coinvolgimento nella rapina e face rinvenire, nelle vicinanze della stazione di servizio presa di mira, un paio di pantaloni di colore grigio simili a quelli indossati dall’individuo che aveva affrontato fisicamente la vittima, un giubbino di colore nero e la manica di una felpa con due fori. Le indagini si sono poi concentrate sull’analisi del tracciato del GPS installato a bordo dell’autovettura condotta, che ha dato la conferma definitiva.

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