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Udienza fallimento Fse. Intanto a scuola al via le circolari di “tolleranza ritardatari”

LECCE-Potrebbe essere il giorno decisivo per fse: un venerdì mattina per discutere l’istanza della Magistratura penale depositata lo scorso Luglio che avanza la richiesta di fallimento per l’azienda di trasporti pugliese.

Si tratta della prima udienza in cui il Giudice potrebbe limitarsi, quindi, a raccogliere le relazioni delle parti per poi rinviare il processo. La difesa di fse è intenzionata proprio a temporeggiare in attesa che il cda delle ferrovie dello stato italiano sancisca il passaggio di proprietà e azzeri i debiti: un buco di circa 115 milioni di euro.

Un altro dato a poter venire a galla è la possibilità che qualche creditore di fse si sia associato alla richiesta della procura.

Intanto a scendere in campo nel tentativo di “salvare il salvabile”, come dichiarato i giorni scorsi, sarà il commissario Andrea Viero con in mano una bozza di piano industriale e uno studio condotto a dimostrazione che l’azienda, sotto la giusta gestione, potrebbe far fede ai propri debiti.

Il tutto corredato da un bilancio del primo semestre di quest’anno, ossia dal momento del commissariamento dell’azienda dal ministero dei trasporti. Resta però un buco importante: soldi che dovrebbe garantire proprio Fsi. Ma la procura non è della stessa opinione ed è per questo che i pm chiederamnno al tribunale di Bari di dichiarare definitivamente fallimento.

Fse viaggia in direzione speranza, ma la procura su un binario parallelo insiste su un “passivo troppo grande da poter risanare e che nella peggiore delle ipotesi potrebbe ammontare a più di 160 milioni”. Anche in questo caso i conti non tornano e la calcolatrice sembrrebbe macchiarsi d’ottimismo da una parte e nero dall’altra.

La Regione fa sapere di spalleggiare fortemente il tentativo di salvataggio della sud est e di essere già all’opera in tal senso: con il fallimento e una gestione commissariale più rigida di quella attuale i servizi rischierebbero di essere sospesi totalmente e i tempi per il bando sarebbero lunghi dando vita a nuove criticità: una società fallita, del resto, non potrebbe più spendere neanche un centesimo.

Intanto i disagi trasporti continuano e ad essere maggiormente incrinato è il settore scolastico. “Il diritto allo studio non viene garantito” denunciano i genitori, a venire incontro sono gli stessi istituti leccesi: e così al via già a partire dall’inizio dell’anno una serie di circolari dei Presidi che sanciscono la necessaria tolleranza verso gli studenti che arrivano in ritardo”.

Il problema però si ripresenta all termine delle lezioni: se il bus è alle 13.30 impossibile concedere un’uscita anticipata di ben 3 quarti d’ora, come richiesto dagli studenti per garantirsi un posto almeno sul penultimo mezzo disponibile, quello per ovvi motivi meno affollato.

Tolleranza si ma con una riduzione dell’orario di 2 ore, tra ingresso e uscita da scuola, significherebbe privare i giovani di un diritto per l’assenza di un servizio a pagamento e che oggi sembrerebbe rappresentare chissà quale pretesa.

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