CronacaPolitica

Città blindata per il Premier e la protesta scende in piazza: Comitato per il No, docenti e lavoratori manifestano contro

LECCE-Lecce transennata e centro storico blindato. L’arrivo del Premier era previsto per le 21.00 al Teatro Politeama greco ma ad attenderlo già a partire dalle 19.00 c’è una piazza Sant’Oronzo di fuoco: striscioni, bandiere, flashmob, ognuno con i suoi motivi da portare all’attenzione, senza nessuna resa, anche dopo aver saputo già in mattinata del cambio di programma per il quale il passaggio di Renzi a piedi nel centro storico non sarebbe più avvenuto.

Scelta questa che il Comitato del Centrodestra per il no al referendum, pronto con il suo flashmob pacifico, definisce “l’ennesima conferma all’incoerenza di una democrazia solo teorica”.

A farsi sentire sono anche loro: gli ormai ex lavoratori bat, il movimento insegnanti da abilitare e tutti gli esclusi dalla buona scuola oltre agli operai Palumbo per la 275: alla richiesta di essere ricevuti dal Presidente del Consiglio dicono di non aver ricevuto risposta, ma non demordono.

Intanto, a mezzo stampa il Sindaco Paolo Perrone fa sapere di aver reso giustizia lui stesso alle urgenze bat e Palumbo durante l’incontro con il Premier, oltre ad alcuni interventi sullo sviluppo del territorio.

Intanto a salire sul palco, raggirando la protesta che continua all’ingresso e la stampa in attesa, attraverso l’ingresso secondario con quasi mezz’ora di ritardo, il premier Renzi esordisce ironizzando sulla pioggia: “come ogni buon governatore anche io l’ho portata qui con me- dice- come si suol dire: piove governo ladro”. A Lecce poi dedica solo un passaggio sul Frecciarossa, una battuta sulla Firenze del sud e una sul pasticciotto.

Poi la riflessione si allarga sull’Italia, sulla globalizzazione, ed entra nel vivo con i motivi del si al referendum costituzionale.

Una proiezione conclusiva, un video di riassunto della “vera italia– specifica il Premier- non quella descritta in modo allarmante nei talk show”. A conclusione del discorso poi disagi all’uscita tra chi è bloccato dentro già a partire dalle 20.00, e chi con grande malcontento è rimasto tagliato fuori.

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