Cronaca

L’ecomostro sugli scogli: al via campagna per l’abbattimento, ma è condonato

GAGLIANO DEL CAPO- Per chi pensava di attraversare un paesaggio mozzafiato, nel bel mezzo del Parco regionale Otranto-Leuca, direttamente lì, sulla scogliera poco più a nord dell’insenatura del Ciolo, è stato di certo un pugno nello stomaco: un ecomostro, in piena regola. Un villino su due piani, da 93 mq, ancora non ultimato, costruito frantumando gli scogli, perché la natura cedesse il passo al cemento.
A denunciare il tutto diversi turisti, che hanno affidato il loro video a Sos Costa Salento. Da qui la presa di posizione immediata, con l’avvio della campagna per chiederne l’abbattimento. Già spopola sul web. “A noi non importa chi e perché ha commesso questi gravi errori in passato – dice il presidente dell’associazione Luigi Russo – perché ci interessa solo che venga salvaguardato il paesaggio, la bellezza della nostra costa. È l’unico tesoro che abbiamo assieme a cultura e tradizioni”.Neanche a dirlo.

Scavando tra i documenti, viene a galla l’inatteso: quella casa, costruita abusivamente nel 1984 da due coniugi di Corsano, è già al “sicuro”, condonata nel febbraio 2013, nonostante una sentenza con obbligo di demolizione emanata dal Tribunale di Lecce-Sezione di Tricase nel 2005. Provvedimento mai eseguito. L’assurdo emerge dalle pieghe della documentazione: i proprietari dell’immobile presentarono una prima richiesta di condono al Comune di Gagliano del Capo nel 1986, me venne respinta nel 1998, poiché la legge 47/85 a cui ci si appellava condonava abusi commessi entro l’ottobre ’83 e questa abitazione venne costruita dopo.

La seconda richiesta di condono risale al luglio 1998, avanzata ai sensi della legge 724/94 che consentiva di ripresentare le pratiche respinte nel precedente condono. Nel gennaio 2003, il Comune dà il suo ok. Ma a mettersi di traverso, a quel punto, è la Soprintendenza per i beni architettonici e paesistici, che annulla quel parere favorevole e nega la concessione in sanatoria: “l’edificazione abusiva, ricadente nella fascia dei 120 metri dal confine del Demanio Marittimo, è stata realizzata nell’anno 1984, periodo in cui era vigente il vincolo di inedificabilità assoluta”. Da lì, il ricorso al Tar di Lecce, che nel 2012 dà ragione ai proprietari con una motivazione clamorosa: la Soprintendenza – dice, in sostanza, la sentenza (n. 347 del 2012) – si è spinta oltre e non le è consentito riesaminare nel merito la vicenda, visto che il Comune di Gagliano aveva già in concreto ritenuto quell’immobile compatibile col paesaggio, motivando “che trattasi di modesta abitazione ricadente in ambito “C” del P.U.T.T./P. regionale e non in contrasto con le relative norme, in considerazione altresì della realizzazione, avvenuta prima dell’approvazione delle stesse, e dell’esistenza di limitrofe costruzioni similari dislocate lungo la fascia costiera”.

Nessun ricorso in appello al Consiglio di Stato da parte né di Comune né di Ministero dei Beni Culturali. Nel 2013, dopo aver notificato il tutto alla Procura, il condono è stato concesso. Con buona pace del sentiero delle Cipolliane fiore all’occhiello di quel tratto di Parco.

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