CronacaPolitica

Caporalato, l’ordinanza non basta. La denuncia del sindacato

NARDO’- “Dietro il “maquillage”, anche quest’anno la piaga del ghetto e dei caporali”. La denuncia arriva da Cgil e Flai Cgil: “Ci auguriamo che questo sia l’ultimo anno gestito come un’emergenza”. Lo si era capito da tempo: esaltare l’arrivo di altre tende per i braccianti stranieri nel campo “Arene-Serrazze”, o la presenza di docce dentro dei container, non è che una fine strategia per restituire a Nardò un’immagine, da tempo intaccata, di città dell’accoglienza -scrivono.-
L’ ’ordinanza sindacale di vietare, dalle 12 alle 16, le attività di raccolta nei campi in agro di Nardò, nonostante la bontà dell’intenzione, risulta poco più di un’operazione di maquillage. L’ordinanza purtroppo non sconfigge lo sfruttamento lavorativo: durante i nostri sopralluoghi, infatti, abbiamo spesso individuato, tra le ore 13 e le ore 14 (anche di domenica), braccianti impegnati a raccogliere angurie e pomodori. Facilmente poi le aziende aggirano l’ordinanza: basti notare che quasi tutti i lavoratori che soggiornano ad Arene-Serrazze sono impiegati in agri diversi da quello di Nardò.

E poi, con quali contratti lavorano? Con quali diritti e tutele? Con quali paghe e sistema di reclutamento? Sarebbe necessaria, se si potesse, un’ordinanza sindacale per obbligare le aziende agricole a reperire la manodopera dalle apposite Liste di Prenotazione dei Centri per l’impiego e per combattere il lavoro nero e i caporali. Nei campi di Nardò c’è un “ghetto” che risponde al nome di “ex-falegnameria”, distante solo duecento metri dal campo attrezzato con le tende ministeriali e i container.

Non vi è dubbio che rispetto a qualche anno fa le condizioni generali siano migliorate; ma fino a quando i lavoratori non saranno strappati al giogo dei caporali e delle aziende agricole che li utilizzano per i loro scopi di arricchimento incondizionato, nessuna tenda, nessun container con le docce, nessun serbatoio di acqua potabile potrà restituire dignità, umana e lavorativa, a questi cittadini del mondo.

Auspichiamo -concludono- che da settembre si cominci finalmente a costruire un percorso ragionevole, fatto di azioni concrete per ottenere un cambiamento e di servizi dati non come concessioni ma come diritti, a persone che lavorano. Un percorso condiviso, da subito, con tutti i soggetti interessati. La nostra Organizzazione sindacale è, come sempre, pronta a lavorare per questo.

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