LECCE- Dal cuore del Salento, ricerca avanzata sul misterioso incidente dell’aereo scomparso nell’Oceano Indiano. Un team della Fondazione CMCC ha utilizzato i dati relativi alla localizzazione dei resti trovati dell’aereo MH370, scomparso l’8 marzo 2014, per definire dove possa essere precipitato l’apparecchio e dove possano essere trovati ulteriori resti.
“Per la prima volta siamo riusciti a calcolare, per i resti dell’apparecchio scomparso, una possibile rotta che concorda al meglio con tutte le cinque rilevazioni di detriti confermate finora. Questo dovrebbe consentire di fare previsioni molto più accurate su dove trovare altre tracce dell’aereo scomparso”. Sono parole di Eric Jansen, ricercatore della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e lead-author dello studio.
L’8 marzo 2014, il volo MH370 della Malaysia Airlines è scomparso con l’equipaggio e 239 passeggeri durante il viaggio di linea tra Kuala Lumpur a Pechino.
Per realizzare la simulazione, il team di ricerca ha distribuito virtualmente un ampio numero di particelle nell’oceano, per poi esaminarne le traiettorie possibili in base alle correnti e ai venti reali rilevati nelle ore e nei giorni successivi all’incidente e simulate dai modelli numerici. una combinazione di simulazioni che descrive al meglio il percorso tracciato dai resti trovati finora.
“Se si dovessero ritrovare nuovi resti del relitto, potremmo aggiornare i nostri risultati in poco tempo”, afferma Jansen e pertanto migliorare le stime di dove potrebbero essere partiti i detriti e perciò dove potrebbe essere ritrovato il relitto.