LECCE- Brindisi, Taranto, ma soprattutto Lecce. Aveva piantato le sue radici nel Salento l’organizzazione malavitosa cinese che reclutava giovani connazionali, le faceva arrivare in Italia, e con la complicità di salentini le costringeva ad entrare in un giro di prostituzione con minacce e violenze. L’operazione della Squadra Mobile di Brindisi, denominata “Peonia rossa”dal nome di uno centri massaggi spuntati come funghi negli ultimi anni, aveva portato all’arresto, il 15 settembre scorso di 8 persone.
Nei guai era finito anche un professore universitario di 57 anni, residente a Lecce Wenchang Chu, detto Vincenzo, 57 anni residente a Lecce, docente universitario. Per lui, oggi, il gip del Tribunale di Brindisi Maurizio Saso ha disposto il giudizio immediato. A gestire il business sarebbe stato proprio il docente , che insegna matematica e fisica nell’Università del Salento.
Le ragazze, secondo le indagini della Squadra Mobile venivano minacciate anche di vendette, in un caso anche la morte, sui parenti rimasti in Cina. I filmati registrati con telecamere nascoste piazzate per documentare gli incontri sono le prove di come nei centri benessere e in abitazioni private dove le ragazze venivano fatte lavorare si andasse ben oltre il semplice massaggio.
I soldi guadagnati, intascati dai capi, erano tanti: il giro d’affari è stato calcolato in circa 150 euro al mese. Gli arresti in tutto 10, 8 in carcere e due ai domiciliari. 15 le persone indagate.