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In campo come Harry Potter: a Gallipoli gli europei di Quidditch

GALLIPOLI-Da Hogwarts a Gallipoli: a cavallo delle scope, anche se queste non volano. Ecco a voi gli europei di Quidditch, lo sport di Harry Potter.Dalle pagine della Rowilng alla realtà, con la quarta edizione dei campionati, organizzata a Le sirenè da Caroli Hotels. E’ la prima volta che il circuito continentale approda in Italia. Tra le società che prendono parte alla manifestazione – oltre 600 atleti dai 4 angoli del vecchio continente – ci sono i Barcellona Eagles, i Vienna Vanguards e club provenienti da Francia, Inghilterra, Norvegia, Polonia, Turchia, Olanda, Germania e Belgio.
Il Quidditch è in sostanza un mix di rugby e dodgeball; tutto ha origine nel 2005 negli Stati Uniti, presso il Middlebury College, e ha presto conquistato tutti i college americani, e non solo. Il Quidditch si gioca in un campo con tre anelli per parte posti a diversi altezze; esistono tre tipi di palloni da gioco. Ogni squadra schiera sette atleti che devono segnare negli anelli avversari più goal possibili nei circa 30 minuti di partita, a meno che prima uno dei due “cercatori” non abbia catturato il boccino, mettendo fine al match. Non solo la prima volta in Italia, ma anche la competizione continentale più ampia: l’evento di Gallipoli supera, infatti, per dimensioni e partecipanti, l’edizione di Oxford nel 2015, diventando l’evento di quidditch più grande di sempre in Europa.

Merita sicuramente particolare attenzione e rilevanza -sottolineano gli organizzatori- “La Regola del Massimo-Quattro” ovvero uomini, donne, e persone non-binarie (persone che non si identificano né come uomo né come donna) giocano fianco a fianco in questo sport molto fisico. Per fare in modo che il Quidditch rimanga inclusivo, le regole stabiliscono che mai ci possono essere in campo più di quattro giocatori del genere maggioritario allo stesso tempo. Per esempio, una squadra con in campo quattro persone che si identificano come donne non può avere giocatori aggiuntivi che si identificano come donne, ma deve invece avere giocatori di un altro genere (uomini, transgender, ecc.). Le sostituzioni devono rispettare questa regola che abbatte e supera, nel senso più ampio del termine, qualsiasi barriera e pregiudizio di carattere sessuale nel segno della totale inclusività.

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