GALATINA- Il progetto del megaparco commerciale di Galatina può andare avanti. A dirlo è il Tar di Lecce, con una sentenza con cui quattro giorni accoglie il ricorso della Pantacom, che aveva trascinato in giudizio Comune e Regione Puglia.
È stato annullato il provvedimento con il quale, il 12 marzo scorso, il dirigente comunale del Suap aveva revocato l’autorizzazione commerciale alla società, che a quel punto avrebbe dovuto ricominciare tutto l’iter per la costruzione del centro di contrada Cascioni, a Collemeto, per 20mila mq no food, di cui 1500 mq destinata ad alimentare.
Il nodo della questione sta nel contributo a titolo cauzionale di un milione di euro che la Pantacom è tenuta a versare a garanzia delle opere di pubblica utilità che si è impegnata a realizzare nella convenzione stipulata con il Comune. Tra queste, un parco urbano, uno spazio urbano di 150 mq +150 mq con servizi e un’area a verde di 10.000 mq.
Il termine per il versamento delle somme era stato prorogato fino al 31 gennaio 2015, ma è caduto nel vuoto. Pantacom, società che fa capo al sindaco di Lecce Paolo Perrone, ha sostenuto, infatti, di non essere tenuta a depositare già la cauzione, non avendo ancora tutti i permessi urbanistici. Per il Comune di Galatina, invece, il momento del rilascio dell’autorizzazione urbanistica andava distinto da quello della licenza commerciale, poi revocata. Il Tar ha dato ragione alla società, condannando Palazzo Orsini anche al pagamento delle spese.
In questo caso, come riportato nella sentenza, “il procedimento edilizio ha subito un arresto rispetto a quello commerciale (che si è invece concluso con l’adozione delle autorizzazioni commerciali)”, dunque “imporre il pagamento di un’ingente somma, o comunque di una polizza fideiussoria, in situazioni di estrema incertezza sia quanto alla fattibilità dell’intervento (dato che le Autorità preposte alla tutela dei vincoli potrebbero pur sempre esprimere parere contrario), sia quanto ai tempi del rilascio del titolo edilizio, equivarrebbe a imporre un ingiustificato sacrificio non correlato ad una controprestazione o vantaggio meramente eventuale”.